La chiusura improvvisa del rapporto è un’iniziativa unilaterale e consentita dalla legge ma è anticipata da questo evento. Ecco i dettagli
È difficile vivere senza possedere una giacenza con la quale effettuare le spese e raccogliere risparmi come un conto corrente. O almeno, si farebbe un’altra vita, su per giù ben più frugale. Qualsiasi sia la forma che si vuole dare al deposito, dal conto (appunto) al conto deposito, libretto o alla giacenza “volatile” di una carta prepagata, c’è bisogno ad ogni modo di mettere al sicuro i soldi derivanti dalle entrate.
Uno strumento come il conto corrente, tramite gli ultimi connotati disegnati dagli istituti di credito, consente di ricevere in automatico l’accredito di uno stipendio oppure della pensione, oltre a supportare, sotto l’autorizzazione del titolare, le uscite regolari derivanti da addebiti automatici come quelli peculiari delle bollette e dei mutui. Infine, costituisce il terreno da cui si attinge linfa per gli acquisti on line ed elettronici.
Cosa fare se la banca ti chiude il conto corrente: da cosa può dipendere
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Certo, il correntista deve dare delle garanzie nei confronti della banca o dell’ufficio postale, in relazione alla natura del credito depositato. Lo richiede il pacchetto di norme in materia di antiriciclaggio. Ed è inoltre materia di uno dei primi interventi del nuovo sottosegretario Ministero dell’Economia e delle Finanze, Alessio Mattia Villarosa. L’argomento concerne difatti la chiusura improvvisa del conto corrente operata dalla banca.
Stante il fatto che i contratti contengono specifici dettagli sulle tempistiche che ne scongiurino la repentina cessazione del rapporto con un cliente, l’istituto in oggetto può ricorrere unilateralmente a questa iniziativa se sussistono elementi di giusta causa. Nonostante la mancanza del consueto preavviso di quindici giorni, il recesso dall’utilizzazione del credito non impedisce la restituzione delle somme spettanti.
Un caso, in particolare, impone la chiusura così velocemente del conto corrente: l’ipotesi di reati finanziari emersi dai controlli della Magistratura o della Guardia di Finanzia. Si tratta di un ricorso inevitabile quando ne è stabilito l’alto rischio. Anche se la chiusura avviene a stretto giro, il cliente dev’essere tempestivamente informato; nell’occasione, egli verrà dunque a conoscenza dei procedimenti penali a suo carico. Bisogna sottolineare che la chiusura giunge soltanto da alcuni segnali inequivocabili della banca: le limitazioni nell’operatività dovute ai limiti di versamento imposti dall’istituto stesso. Un’azione questa, che la Banca d’Italia reputa comunque illegittima.