Una vicenda che, a quanto sembra, non è isolata e che può veramente svuotare in un attimo il conto corrente.
Le truffe, come sappiamo, non possiamo dire che siano precipuamente all’ordine del giorno, però, certo, ce ne sono tante e bisogna assolutamente essere accorti e prudenti per non cascarci.
Naturalmente, ci sono di aiuto le esperienze passate, anche quelle fatte da terzi, o che, magari, abbiamo letto o sentito attraverso i media e i nuovi media.
Eh sì, perché, al giorno d’oggi, i raggiri non si verificano solamente nella vita quotidiana, per strada o in qualche luogo fisico.
Ormai, un po’ tutti, dovremmo sapere che è cosa buona e giusta diffidare persino da delle comunicazioni che ci arrivano tramite, per esempio, il cellulare o un’e-mail. E, d’altro canto, dopo tutto quello che accade, bisognerebbe altresì essere piuttosto smaliziati in tal senso.
Purtroppo, però, capita ancora che si assisti impotenti a degli imbrogli molto ben orchestrati e che qualcuno, per l’appunto, si faccia infinocchiare. Così, nelle prossime righe, vorremmo raccontare ciò che è successo a un dipendente di una banca situata a Mestre, in provincia di Venezia.
In questo caso, è l’associazione Adico che ha voluto far presente ai cittadini una vicenda che può fungere da monito per altre persone che potrebbero incappare in una condizione del genere.
Gli altri particolari del raggiro
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Nella fattispecie, l’impiegato di una filiale veneta, secondo quanto è stato riportato, avrebbe ricevuto un SMS proprio su una chat dell’istituto di credito per cui presta servizio. Il testo del messaggio, quindi, pare abbia avvertito il malcapitato di un accesso anomalo sul suo conto.
Per verificare il tutto, perciò, il dipendente avrebbe dovuto cliccare su un apposito link. Il sito, peraltro era simile a quello della banca stessa del titolare del conto.
In seguito, è stato persino contattato da un operatore che lo ha convinto a effettuare delle operazioni per accertare che non ci fossero state delle transazioni fraudolente.
Che dire, morale della favola, il mattino seguente, l’impiegato in questione ha riscontrato di essere stato derubato di ben 60 mila euro.
Tuttavia, è bene precisarlo, non si tratta di una frode singolare, poiché, come ricorda l’associazione Abi, nel corso del tempo, si sono contate diverse vittime che si sono viste svuotare in questo modo il proprio conto corrente.