Le bollette energetiche colpiscono i bilanci ospedalieri; alcuni strutture individuano i comportamenti virtuosi. Di cosa si parla
Affacciandosi sulla più grave crisi energetica dal secondo dopoguerra ad oggi, l’economia nazionale fatica a definire i servizi essenziali. Una definizione necessaria e prodomica a poterne stabilire i piani di salvaguardia. Alle porte dell’inverno, le bollette registrano ancora aumenti a danno di famiglie e imprese, nonostante che il clima stia ritardando l’accensione dei riscaldamenti con un notevole risparmio di chilowattora sul fabbisogno nazionale.
Oltre all’inflazione, molti prodotti hanno registrato un aumento dei costi, e quindi dei prezzi allo scaffale, dovuto all’impiego costante di gas e di elettricità. Se il cittadino percepisce un senso di frustrazione poiché ritiene di sentirsi scarsamente tutelato dai provvedimenti del governo e dalle misure degli organi di vigilanza, bisogna altresì sottolineare che tra le vittime dei rincari ci sono le strutture sanitarie pubbliche, come gli ospedali.
Buone pratiche per risparmiare: un vademecum per tagliare i consumi
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Insomma, è doveroso ipotizzare che lungodegenti bisognosi di cure, oppure persone sotto ricovero in attesa di sottoporsi ad un intervento chirurgico ed un importante esame non possono di certo restare al freddo tra le corsie ospedaliere; difficilmente si può immaginare altrimenti, anche soltanto un’alternativa in quell’ambiente. La sanità pubblica, in altre parole, riceve un altro duro colpo dopo lo shock gestionale ed emergenziale causato dal Coronavirus.
Qual è l’entità dei costi? La spesa è tendenzialmente triplicata. A partire da un’iniziativa particolare, urge partire dai dati della ASL di Bari: rispetto al 2021, l’energia elettrica è costata 20 milioni e 763 mila euro rispetto ai 6 milioni e 579 mila euro dello periodo gennaio-settembre dell’anno scorso. È nata dunque l’esigenza di stilare un vademecum per censire le buone pratiche di risparmio energetico da trasferire in pianta stabile negli ospedali, ambulatori e uffici.
Tutto il personale e i dipendenti sono tenuti ad applicarlo nell’utilizzo degli strumenti di consumo: il computer, le luci, l’ascensore, i climatizzatori. La priorità di mettere nero su bianco l’uso intelligente delle apparecchiature, e in definita delle strutture, è sorta sulla base delle spese prodotte da una provincia come quella di Bari che conta 1 milione e oltre 200 mila abitanti. I computer dovranno quindi essere spenti quando non sono utilizzati e la luce artificiale dovrà essere ridotta al minimo sfruttando al massimo la luce naturale. A ciò si affiancheranno però l’installazione di lampade a basso consumo LED, e di sistemi di controllo del flusso luminoso artificiale, oltre ai rilevatori di presenza.