Inversione di tendenza da parte del nuovo governo che sul fronte dei contanti opta per altre modalità di lotta all’evasione. Cosa cambia
A partire dall’emergenza sanitaria da Coronavirus che ha costretto le persone a restate chiude in casa per mesi, all’attuazione del duro confinamento, i pagamenti elettronici hanno conosciuto un’irresistibile ascesa. D’altronde, la chiusura della maggior parte dei negozi ha dirottato gli acquisti sulle piattaforme telematiche di e-commerce; e lo stesso tentativo di ridurre il contante da scambiare (sempre per motivi sanitari) ha incentivato l’uso delle carte magnetiche e del contactless.
Da questi eventi prodomici, la normativa ha definito l’obbligo del dispositivo POS nei confronti degli esercizi commerciali e degli uffici, per favorire i pagamenti in tale modalità, senza alcuna opposizione verso la scelta del cliente. La modalità elettronica aderisce profondamente agli scopi di tracciabilità del denaro, di antiriciclaggio e di contrasto all’evasione fiscale, sino a non molto tempo fa affrontata con la sola fissazione del limite massimo del contante da scambiare per singolo pagamento.
Contanti, il governo Meloni verso la modifica del tetto
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Dai 3 mila euro del 2020, il limite massimo si è ridotto all’inizio del 2022 a mille, per risalire di 2 mila dal mese scorso di marzo fino alla fine di quest’anno. Nel frattempo, si è formato anche un movimento di sostenitore dello “zero contante”, chiedendo che tutte le spese siano segnalate con l’uso delle carte magnetiche. Con l’insediamento del governo Meloni, si è immediatamente manifestata l’intenzione di invertire la rotta.
In definitiva, il segnale di discontinuità arriva dal fatto che se i pagamenti elettronici possono limitare parzialmente l’evasione fiscale, dall’altra, vi sono i grandi gruppi bancari che nel frattempo aumentano i loro profitti facendo gravare sulla collettività le spese relative alle commissioni di tali transazioni. Oltre al fatto di dover adempiere ai molteplici obblighi della privacy e a conti fatti è possibile ricostruire le abitudini di pagamento dai movimenti del bancomat.
L’opzione unidirezionale degli istituti di credito di disporre eventualmente il blocco del conto corrente mina in sostanza alla libertà di scambio del cittadino. Anche se la Banca Centrale Europea ha più volte manifestato la garanzia che le banconote non spariranno ed anzi, avranno un ruolo cruciale, il governo si appresta a prendere delle misure in direzione dell’innalzamento del tetto. Un segnale di distensione verso i non pochi contesti familiari privi di un conto corrente associato e anche nei confronti dei più giovani alle prese con le piccole spese quotidiane.