Il nuovo Governo ha appena alzato il tetto dei contanti a 10mila euro, intanto la sinistra si dichiara contraria a questa decisione. Perché?
Il nuovo Governo si è appena insediato in parlamento e sta già varando alcuni piani e manovre di bilancio. Tra questi figura l’innalzamento del tetto dei contanti, che da 1000 euro è stato portato a 10mila euro. A tal proposito, il Presidente del consiglio Giorgia Meloni ha dichiarato: “il contante è l’unica moneta legale, mentre la moneta digitale è privata“. In questo modo il dibattito tra chi vorrebbe una totale transizione a una cashless society (vale a dire una società senza contanti) e chi vorrebbe conservare il contante ha ripreso nuova vita.
In generale si potrebbe affermare che la destra sostiene il contante, mentre a sinistra si spinge per la transizione al digitale. Le motivazioni portate avanti dalle due fazioni sono fondamentalmente queste: il contante è necessario per tutti coloro che non hanno dimestichezza con i mezzi tecnologici. Le transazioni digitali, invece, aiutano a combattere l’evasione fiscale, in quanto sono sempre tracciabili.
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Il tetto per il pagamento in contanti era fissato a 2mila euro, ma a partire dal 2023 sarebbe sceso a 1000. L’ultima decisione della destra al governo, però, ha appena alzato questo tetto a 10mila euro. A sostegno della decisione la leader di Fratelli d’Italia ha dichiarato che ciò potrà aiutare le imprese. A sinistra, invece, si teme che questo possa favorire evasione e movimenti di denaro illeciti.
E a chi parla di evasione fiscale la Lega risponde: “per la sinistra quasi tutti gli italiani sono evasori“. Anche Mariastella Gelmini è intervenuta sulla questione, definendola un distrattore per le masse, in un momento in cui l’attenzione dovrebbe essere posta su questioni più impellenti. Ad esempio “temi concreti, come quello dell’energia, del costo delle bollette e del carovita. Dal governo Meloni ci aspettiamo risposte su queste emergenze“.