Truffa del Postamat: cosa succede quando ci chiedono di andare allo sportello per ricevere i soldi di una vendita
Milioni di persone ogni giorno comprano e vendono online. Siccome è un fenomeno molto popolare è lì che i truffatori provano a infilarsi a danno delle vittime che, ignare, si trovano anche i conti svuotati.
Del fenomeno del Phishing ne abbiamo parlato molto. È quando attraverso un sms, un’email o una telefonata, i truffatori provano a mettere le mani sui dati sensibili delle vittime come il Pin della carta. Il più delle volte agiscono mascherandosi da banca, posta o enti statali come Inps o Agenzia delle Entrate.
Per fare un esempio, arriva un sms nella chat aperta con la banca e il servizio che ci informa ogni volta compiamo un’operazione allo sportello o un acquisto. Solitamente è un messaggio allarmistico. Si dice, ad esempio, che qualcuno sta cercando di accedere al proprio conto e per risolvere il problema bisogna dare una serie di dati personali tra cui il Pin della carta.
LE NOTIZIE IMPORTANTI DA NON PERDERE OGGI:
È un errore che non va mai commesso. A nessuno bisogna fornire il Pin, neanche all’impiegato della banca o della posta. È così riservato anche quando si digita allo sportello ATM, bisogna coprire con l’altra mano la tastiere per evitare che qualche microtelecamera possa registrare il codice.
Dicevamo, molte truffe avvengono anche con la compravendita di prodotti personali sulle tante piattaforme dedicate a questo tipo di commercio. Il Messaggero Veneto ha pubblicato la telefonata di un uomo che quando ha capito che stava per essere truffato ha registrato la conversazione (clicca qui per l’audio)
Proprio in Veneto sono tanti i casi di truffe del genere. La potenziale vittima aveva pubblicato l’annuncio di vendita di un set di pneumatici invernali. Un acquirente (ossia il truffatore) si era mostrato interessato.
Il raggiro funziona che il truffatore chiede di andare all’Atm. Allo sportello infatti la vittima avrebbe dovuto seguire una procedura, dettata via telefono, per ricevere il soldi della vendita. In realtà così facendo la cifra pattuita – quella che il venditore avrebbe dovuto ricevere – sarebbe stata accreditata su un conto del truffatore.
L’uomo che stava per cadere nella trappola, un 40enne, fa finta di stare al gioco. Il truffatore gli chiede cosa compare sullo schermo senza sapere che si sta registrando la sua voce. A quel punto il 40enne svela tutto.