RdC e Naspi insieme: la legge prevede che le due misure possono essere erogate negli stessi mesi a un unico soggetto?
Chi non lavora e ha i requisiti può presentare la domanda per ottenere la Naspi, ossia l’assegno di disoccupazione. Ma anche il Reddito di Cittadinanza è una misura per chi non ha un impiego. Si possono percepire entrambi? Se no, quando l’uno e quando l’altro? Facciamo chiarezza soffermandosi sulla natura di entrambe le misure.
La disoccupazione spetta a chi lavorava ma è stato licenziato o non gli è stato rinnovato il contratto, così come a chi si dimette per giusta causa, dunque per una colpa del datore di lavoro.
Per fare un altro esempio, spetta anche alla neomamma che si dimette nel periodo di tutela. L’assegno potrebbe però essere basso. Diversi sono i punti da considerare per calcolare l’importo come lo stipendio che si percepiva o i mesi di lavoro svolti.
Inoltre l’importo potrebbe anche abbassarsi col tempo. In questo caso si può integrare con l’RdC? Bisogna ricordare che il Reddito di Cittadinanza non è un vero e proprio sussidio ma una integrazione del reddito del nucleo familiare. Infatti i percettori non sono solo persone disoccupate che dovrebbero essere avviate in percorsi formativi ma anche lavoratori che hanno un reddito basso.
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Quali sono i requisiti per ottenere il Reddito di Cittadinanza?
avere un ISEE inferiore a 9.360 euro;
avere un patrimonio immobiliare (esclusa la casa di abitazione) che non superi i 30.000 euro;
avere un patrimonio mobiliare non oltre i 6.000 euro (limite è aumentato di 2.000 euro per ogni componente della famiglia ulteriore al richiedente, fino ad un massimo di 10.000 euro);
avere un reddito familiare non oltre i 6.000 euro (moltiplicato per il parametro scala di equivalenza riferito ai componenti del nucleo familiare).
Se si rientra in questi requisiti (e dunque avere accesso al RdC), si può beneficiare in contemporanea anche della Naspi.
Può sorgere però un problema ed è proprio quello dell’Isee. L’Indicatore della Situazione Equivalente fa riferimento alla condizione economica di due anni prima, quindi risulta essere migliore rispetto a quando si presenta la domanda perché allora il richiedente lavorava e percepiva uno stipendio oppure un assegno di disoccupazione più alto.
La soluzione è dunque chiedere l’Isee corrente che riguarda la situazione reddituale e patrimoniale degli ultimi dodici mesi e dunque l’Indicatore avrà certamente un importo più basso.