La Legge di Bilancio 2022 dovrà snodare la questione Pensione ed in particolare quelle minime e quelle legate a Quota 100. Lo scenario
Entro il 31 dicembre 2022, quindi entro due mesi, il governo presieduto da Giorgia Meloni dovrà varare la prima Legge di Bilancio della sua gestione. La Legge di Bilancio è una delle norme fondamentali perché è quella che disegna il perimetro delle spese e degli investimenti dello Stato italiano.
La Legge di Bilancio per il prossimo anno dovrà, inevitabilmente, affrontare alcuni nodi fondamentali per la tenuta economica del Paese. Dalla gestione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza alla riduzione della crisi energetica. Ma dovrà affrontare anche alcune riforme strutturali. Le principali il Reddito di Cittadinanza e la Riforma delle Pensioni
Pensione con pochi contributi: quando conviene
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Nel primo caso la strada appare tracciata, il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nel suo discorso programmatico, pronunciato alla Camera e al Senato per ottenere la fiducia, ha detto a chiara lettere che lo considera: “Un fallimento”.
Nel secondo caso, invece, la questione è apertissima. Da un lato va a scadenza della deroga di tre anni alla Riforma Fornero. Parliamo della riforma pensionistica varata nel 2011 dal Ministro per la Previdenza Sociale del Governo tecnico guidato da Mario Monti. Riforma considerata da più parti iniqua.
La deroga, a tal proposito, ha permesso di allentare le morse della riforma grazia al concetto di Quota 100, la somma di anni di età con quelli contributi versati, permettendo a tanti lavoratori di andare in quiescenza in anticipo.
Da un altro lato c’è il tema delle pensioni minime sulle quali però occorre fare un distinguo. Un conto è la pensione al minimo, quella di 525 euro cifra a cui viene elevato l’assegno dei pensionati sotto un certo reddito e che non hanno versato sufficienti contributi per avere una pensione adeguata.
Un altro conto è la pensione con contributo minimo e qui si parla di pensionato che hanno almeno 67 anni ma solo 20 anni, appunto, di contributo. In questo caso la situazione è complessa e varia da caso a caso a seconda del meccanismo di contribuzione.
Chi ha versato i contributi prima del 1996 ottiene il calcolo della propria pensione con il sistema retributivo, chi ha iniziato successivamente con quello retributivo mentre chi ha versato a cavallo dell’anno in questione ha un sistema misto