Il reddito di cittadinanza sta aiutando milioni di Italiani a sopravvivere, ma purtroppo diventano sempre più numerosi i casi di appropriazione illecita.
Con il reddito di cittadinanza, piano di aiuti pubblici voluto dal Movimento 5 stelle, sono milioni gli Italiani che riescono ad affrontare in maniera più serena il costo generale della vita. Attualmente, le stime INPS risalenti a luglio 2022 parlano di oltre un milione di accrediti ogni mese. Destinati al sostentamento di circa 2,5 milioni di Italiani. Al reddito di cittadinanza si accede infatti su base ISEE e secondo requisiti ben precisi da rispettare.
E allora il problema qual è? Il problema è che i casi di accesso illecito al reddito di cittadinanza stanno aumentando a dismisura. E che in un comune della città di Napoli, Acerra, si è addirittura registrato un record mai visto prima: 662 cittadini hanno avuto ricevuto il reddito di cittadinanza, ma molti di loro non ne avrebbero il diritto.
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Stando alle stime dei carabinieri, impegnati in un’inchiesta sul RdC da quasi due anni ormai, sarebbero circa 15 milioni di euro i fondi versati senza giusta causa ai richiedenti, con una media di circa 1.100 euro all’ora. Il caso di Acerra, in questo senso, è il più eclatante. Le autorità stimano infatti che almeno 287 dei 662 beneficiari del reddito di cittadinanza possano aver messo in atto una vera e propria truffa, nel periodo che va da aprile a ottobre dell’anno in corso.
Lavorando in collaborazione con il Nucleo Ispettorato del Lavoro e l’Inps, i carabinieri hanno preso in esame, tra gli altri, i comuni della provincia di Napoli, comprese le isole. I dati parlano di circa 732mila euro intascati in modo indebito, ovvero circa il 25% del totale corrisposto dallo Stato.
Al primo posto tra i comuni di Napoli con la maggior concentrazione di accesso illecito al RdC va ad Acerra, mentre al secondo posto troviamo Pomigliano. Numerosi i casi di coinvolgimento della camorra: ad Arzano sono 11 i truffatori del clan 167 che hanno risentito duramente dell’inchiesta delle autorità.