Di fronte alla prospettiva di un inverno all’insegna della crisi energetica, viene da chiedersi quando potremo accendere i riscaldamenti.
Dopo lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina e la chiusura dei gasdotti da parte della Russia, anche l’Italia deve prepararsi alla prospettiva di un inverno all’insegna della crisi energetica. Ma non solo: il caro-bollette preoccupa imprese e privati cittadini, tanto che in molti sono costretti a tagliare drasticamente l’uso delle utenze. Pensiamo solo al costo del gas: aumentato di ben 10 volte negli ultimi due anni.
Stando a un’ordinanza del sindaco di Milano, ad esempio, i riscaldamenti dovranno rimanere spenti fino ad almeno il 3 novembre. La data, già spostata in un primo momento dal 15 al 29 ottobre, è stata ulteriormente posticipata grazie alle condizioni atmosferiche favorevoli dell’autunno in corso. In particolare, è stato proprio il sindaco Sala ad affermare: “visto che il tempo è buono si possono tenere spente le caldaie fino al 2 compreso, con il duplice obiettivo di risparmiare e non inquinare“.
Crisi economica e crisi energetica: le autorità invitano a prendere provvedimenti
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Ad affiancare la crisi energetica troviamo inoltre anche una diffusa crisi economica. Il costo della vita sta aumentando esponenzialmente e sono tantissime le aziende e le imprese che si trovano impossibilitate a mantenere i ritmi di produzione di una volta. Pensiamo ad esempio ai dati raccolti da Assolombarda: gli ordini, sia nel mercato interno che in quello estero, sono diminuiti drasticamente.
Si parla di cifre simili a quelle registrate nel 2020 e 2021, anni profondamente segnati dalla pandemia. In compenso il settore alimentare e quello dell’elettronica stanno subendo miglioramenti: +13,8% per il primo, + 12,7% per il secondo.
Per affrontare la crisi in molti fanno affidamento sull’Europa, ad esempio l’assessore Guido Guidesi che dichiara: “sul contenimento dei prezzi del gas ci aspettiamo dall’Europa che si passi finalmente dagli annunci ai fatti, interventi rapidi come misure sul credito dal punto di vista delle garanzie. E anche le banche devono partecipare in maniera attiva“.