Ecco i programmi in materia di inadempienza fiscale alla prova dei fatti da parte del nuovo esecutivo. Cosa si sta decidendo
È avvenuto tutto abbastanza in fretta: consultazioni, giuramento, insediamento. Come preannunciato, il governo presieduto dal Governo Meloni ha preso immediatamente posto negli scranni centrali di Parlamento e Senato, al posto dell’esecutivo dal breve mandato guidato da Mario Draghi. La rapidità è una delle parole chiave per intendere il carattere d’urgenza che d’ora in poi accompagnerà le iniziative della nuova legislatura.
In primis, occorre proseguire, ed eventualmente modificare la rotta inerente alla politica dei bonus e degli incentivi in un momento come questo di prolungata e grave crisi economica ed energetica. Sono stati promessi sostegni, ad esempio, sin dalla campagna elettorale, per procrastinare il pagamento delle bollette o per ritardare il distacco delle utenze domestiche di cui sono titolari i soggetti più svantaggiati.
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Oltre alle misure emergenziali, eventualmente da correggere, vi sono gli strumenti economici e previdenziali appositamente istituiti per una politica a lungo termine: si pensi al futuro dell’Assegno Unico (in via di rifinanziamento) e del Reddito di Cittadinanza. Proprio su quest’ultimo calano le riserve maggiori, tali da far immaginare a breve delle sorprese su una sua drastica ridefinizione.
Ma come ogni esordio che si rispetti, anche il governo Meloni dovrà finanziare tutte le sue iniziative. La consuetudine politica vuole – almeno in Italia – che si vari una rottamazione delle cartelle esattoriali di “inizio mandato”; scherzi a parte, arrivano le prime conferme di un nuovo saldo e stralcio di alcune cartelle esattoriali non pagate, dopo gli incentivi e gli sconti della Rottamazione ter seguita all’emergenza sanitaria.
Oggetto della pace fiscale e addirittura di uno stralcio integrale tasse e multe non assolte fra i mille e i duemila euro. La Corte dei Corti stima, con questa deroga ai cittadini fiscalmente irregolari, un rientro di 50 miliardi di euro. Potrebbe sembrare una cifra enorme ma sono briciole rispetto al debito che migliaia di contribuenti hanno nei confronti dello Stato: si parla di 1.100 miliardi euro. Ciò che conta sembrerebbe la velocità di incassare del credito per girarlo a stretto giro ai soggetti colpiti dal caro energia.