Bancomat Addio: chiudono centinaia di sportelli in Italia

Cosa sta succedendo agli sportelli bancomat? In Italia ne chiudono centinaia ogni anno, forse a causa del passaggio al piano cashless.

Sportelli bancomat chiusi Italia
(Pexels)

La transizione a una società in cui la moneta diventa virtuale e l’uso del contante viene meno sembra essere iniziata ormai da tempo. Già a partire da iniziative come il Cashback, la Lotteria degli scontrini o l’eliminazione del limite di spesa minimo per i pagamenti con pos, lo Stato ha reso note le sue intenzioni.

Il dibattito tra chi vorrebbe un passaggio alle transazioni virtuali, anche al fine di evitare l’evasione fiscale, e chi invece apprezza ancora l’uso dei cari vecchi contanti, tuttavia, è più vivo che mai. Eppure bisogna fare i conti con l’effettività dei fatti. In Italia, infatti, sono centinaia gli sportelli bancomat che vengono chiusi ogni anno, per la precisione all’incirca 600. Ciò può essere considerato una conseguenza del minor ricorso ai prelievi di contanti o una causa di quest’ultimo?

La transizione al digitale provoca il declino degli sportelli bancomat

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Ma qual è il problema che si presenta di fronte alla chiusura di tutti questi atm? Il rischio è quello di lasciare indietro tutti coloro che non hanno dimestichezza con i mezzi tecnologici. E di conseguenza con l’uso dei metodi di pagamento virtuali. In Italia, infatti, sono circa 13 milioni i cittadini over 65, solitamente meno abituati all’uso di carte o app per i pagamenti.

A risentire enormemente della mancanza di sportelli bancomat, inoltre, sono anche i centri cittadini minori. Nel corso degli ultimi anni tutti i bancomat sono stati chiusi, rendendo necessari viaggi di chilometri per chi volesse giungere al primo sportello bancomat disponibile nelle vicinanze. La cashless society, dunque, vale a dire una società senza contanti, rischia di lasciare da parte milioni di persone ancora abituate ai vecchi metodi di pagamento.

C’è chi parla addirittura di una sorta di apartheid generazionale, dovuta anche all’aumento dei costi di gestione nelle varie filiali delle banche (ad esempio quelli relativi all’assicurazione contro danni o forti eventuali), che hanno portato i dirigenti a prendere decisioni drastiche

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