Vi sono casi in cui la dichiarazione di successione in seguito al decesso di un contribuente non è obbligatoria, ma quali sono?
Alla morte di un contribuente, i suoi eredi sono tenuti a comunicarne il decesso all’Agenzia delle Entrate: tale processo prende il nome di dichiarazione di successione. Deve avvenire nel caso in cui il contribuente abbia lasciato in eredità un immobile oppure una somma di denaro pari o superiore a 100mila euro. Così facendo si ottiene “il subentrare di un soggetto avente causa ad un altro soggetto dante causa in una situazione giuridica determinata“.
Chi contravviene a questo obbligo di legge, vale a dire non comunica all’AdE tramite portale online o enti abilitati (CAF) il decesso del contribuente entro 12 mesi dalla morte, può andare incontro a sanzioni. Nel caso in cui in successione sia presente anche un immobile, inoltre, gli eredi, i chiamati all’eredità o i legatari saranno tenuti a chiedere anche voltura al Catasto, che comporterà ulteriori tasse da pagare.
Dichiarazione di successione: in questi casi non dovrai farla
LE NOTIZIE IMPORTANTI DA NON PERDERE OGGI:
- Poste sta chiudendo in automatico i libretti postali così
- Fate molta attenzione a questo messaggio che arriva su WhatsApp
- Se ricevi quest’email dell’INPS non è una truffa: attenzione
Attenzione, però, perché esistono dei casi in cui la dichiarazione di successione non è obbligatoria! Vale a dire quando l’eredità è devoluta al coniuge e ai parenti di linea diretta. A patto che l’ammontare dei beni non superi i 100mila euro e che non siano presenti beni immobili o diritti immobiliari. Nel caso di eredi multipli, inoltre, non tutti saranno tenuti a presentare la dichiarazione di successione, poiché ne basterà solo una.
Nel momento in cui l’eredità viene trasferita, gli eredi diventano i nuovi proprietari dei beni in attivo e dei beni in passivo del deceduto. I primi comprendono tutti i fondi e i beni immobiliari, obbligazioni e azioni in attivo del contribuente. I beni in passivo comprendono invece eventuali debiti da saldare, spese mediche risalenti ai sei mesi precedenti al decesso, ma anche spese funebri e qualsiasi altra spesa da saldare.
In Italia è possibile rifiutare un’eredità al fine di non farsi carico dei debiti eventuali del contribuente. Tale scelta può essere effettuata solo a monte, poiché non si può più rifiutare un’eredità dopo averla accettata.