La crisi economica in corso sta lasciando sul campo interi comparti produttivi, i Bonus governativi non basta più ad evitare lo scivolamento nella povertà
L’Italia, come tutti i Paesi d’Europa del resto, da marzo del 2020 vive uno stato permanente di crisi economica. Uno stato di crisi, peraltro non ciclica come accade tipicamente nel sistema liberal-capitalistico, nato dalla pandemia da coronavirus covid-19 ed acuito con lo scoppio della Guerra tra la Russia di Putin e l’Ucraina di Zelensky.
I dati macroeconomici in tal senso sono chiarissimi. L’Italia nel 2019 aveva un Prodotto Interno Lordo, il PIL era stimato in 2091 miliardi di Euro. Nel 2020 è crollato a 1886 miliardi con un crollo netto del 9,81%. Nel 2021 il PIL ha avuto un rimbalzo tecnico del 6,7%. Per il 2022 le stima davano una crescita superiore al 5% ma la guerra e i suoi effetti collaterali tra cui il ritorno dell’inflazione hanno bloccato il dato ad un misero 3,4%.
I Bonus non bastano più
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Vuoto per pieno la perdita complessiva sfiora i 100 miliardi di euro. Ma parliamo ovviamente solo dell’economia sommersa di cui purtroppo il PIL è solo una parte, una parte consistente ma solo una percentuale.
Per questo le stime reali segnalano una condizione socio-economica ben diverso con quasi il 25% delle famiglie italiane, una su quattro, che rischia di scivolare in uno stato di povertà assoluta.
E’ un dato crudo, amaro, drammatico ma certificato con chiarezza dal Rapporto Nazionale sul sovra-indebitamento presentato in Vaticano dall’Associazione Liberi dal Debito che per la lavorazione dei dati si è avvalsa della collaborazione di Legge3.it.
Ma i dati drammatici non finiscono qui, le famiglie sulla soglia delle povertà erano all’11% nel 2020 al 14,8% nel 2021. Segno certo ed evidente che tutta la sequela di Bonus messi in campo tanto dal Governo guidato da Giuseppe Conte quanto quello guidato da Mario Draghi non hanno sortito gli effetti desiderati.
Da segnalare che in questo contesto la parte più debole è purtroppo di nuovo il Sud che per via della pandemia e della crisi economica ha ulteriormente allungato la distanza delle regioni del Centro e del Nord. Un dato per tutti, la Puglia ha il 32% di famiglie sulla soglia di povertà. Toccherà al Governo guidato da Giorgia Meloni invertire la rotta, e non sarà facile