Cosa succede all’assegno di disoccupazione se un lavoratore viene licenziato per assenza ingiustificata? A deciderlo è una sentenza della Corte di Cassazione.
L’assegno di disoccupazione, anche noto con il nome di Naspi, è quel contributo che spetta al lavoratore che perde la propria occupazione per circostanze diverse dalla propria volontà. In poche parole, stando a quanto afferma la legge l’assegno di disoccupazione può essere erogato solo al lavoratore che è stato licenziato.
Nel caso di dimissioni, ad esempio, la Naspi non verrà versata. A meno che non si tratti di dimissioni per giusta causa: nel caso in cui, ad esempio, il lavoratore sia costretto a licenziarsi a causa di mancati pagamenti, mobbing, molestie, versamento dei contributi e via dicendo… Ma cosa succede quando si viene licenziati per un valido motivo, ad esempio l’assenza ingiustificata?
Licenziamento per assenza ingiustificata: spetta la Naspi?
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Tale evenienza è così diffusa che è stata la Corte di Cassazione a emettere un verdetto definitivo sulla questione, al fine di evitare le truffe volte a ottenere l’assegno di disoccupazione statale. Quando un lavoratore commette un atto illecito piuttosto grave nei confronti del datore di lavoro, ad esempio, si può ricorrere al licenziamento in tronco per giusta causa.
Tra le motivazioni del licenziamento in tronco, vale a dire quello che non prevede alcun preavviso da dare al lavoratore, può esserci anche l’assenza ingiustificata. Solitamente nel contratto si trovano esplicitate le sanzioni previste in caso di assenteismo. Qualora il datore di lavoro decida dunque per il licenziamento, sarà tenuto a fornire al dipendente una lettera di contestazione. Alla quale il lavoratore è tenuto a rispondere entro 5 giorni, presentando difese a favore della propria posizione.
In seguito è il lavoratore che sceglie il provvedimento disciplinare, che può risultare anche nel licenziamento in tronco. Nel caso di specie, dunque, al lavoratore licenziato spetterà comunque l’assegno di disoccupazione. Come previsto dalla Legge, infatti, la Naspi è prevista anche in caso di licenziamento disciplinare, vale a dire licenziamento per giusta causa da parte del datore di lavoro.
Attenzione a chi usa l’assenza ingiustificata per ottenere comunque l’assegno di disoccupazione. Stando a una sentenza della Corte di Cassazione, infatti, il datore di lavoro è abilitato a chiedere un rimborso dei danni nel caso un dipendente si assenti ripetutamente senza motivo. Tale rimborso è calcolato in base al ticket Naspi, cioè la tassa versata dal datore di lavoro per finanziare la Naspi del licenziato.