La Scuola decide di fare di necessità virtù e per via della crisi economica in atto decide di riproporre l’economia domestica tra le materie di studio. Tutti i dettagli
La crisi economica in atto costringe le famiglia e le Istituzioni ad immaginare soluzioni che solo fino a pochi anni fa erano impensabili. In alcuni casi irricevibili. Una delle più intense riguarda, purtroppo, il potente ritorno dell’emigrazione. Parliamo tanto di emigrazione interna quanto di emigrazione verso i Paesi dell’Unione Europea meno aggravati della crisi e ovviamente verso la Gran Bretagna e gli Stati Uniti.
Parliamo di un fenomeno potente, in termini numerici, nei primi anni del Ventesimo Secolo, un fenomeno che ha visto il suo apice essenzialmente dopo i due conflitti mondiali, un fenomeno che però con il ritorno alla Democrazia ed il Boom economico è progressivamente scemato fino a scomparire del tutto. Basti pensare che il Paese dalle fine degli Anni Ottanta in poi da terra di emigrazione è diventato terra di immigrazione.
L’Economia domestica torna nelle scuole
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Ma la crisi economica nata dalla pandemia da coronavirus covid-19 ed acuita dalla guerra tra Russia e Ucraina cambia completamente lo scenario e non è difficile assistere a ragazzi a giovani della Generazione Z che decidono di tentare l’avventura e di andare a vivere da soli. Come detto tanto per emigrazione interna dai piccoli centri alle grandi città quanto verso l’estero.
Ma spesso sono ragazzi che hanno poca contezza e consapevolezza su come affrontare questioni pratiche, ma vitali, come avviare la lavatrice, stirare, gestire la spesa di casa e ovviamente le spese delle bollette.
A tal fine il Ministero per l’Istruzione della Comunità autonoma della Galizia, in Spagna, ha autorizzato un collegio di Vigo, città di 300.000 nella Provincia di Pontevedra, città famosa anche per aver ospitato le partite dell’Italia di Bearzot e Paolo Rossi ai Mondiali del 1982, ad introdurre nel corso di studi economia domestica.
Ovviamente si tratta di una versione moderna di quanto veniva insegnato durante il regime franchista tenendo peraltro conto del livello moderno di gender equality. La materia al momento viene introdotta per un triennio sperimentale ma l’obiettivo, giunti al 2025 è quello di consolidare ed estendere il progetto