Scopriamo se i buoni fruttiferi postali possono essere pignorati

I buoni fruttiferi pignorati? Sono garantiti dallo Stato ma vediamo cosa succede se c’è un debito con altre persone

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Sono milioni gli italiani che hanno investito i propri risparmi nei Buoni fruttiferi di Poste Italiane. Sono garantiti dallo Stato Italiano e per questo sono sicuri. Anche se il tasso di interesse non è altissimo (esistono comunque delle promozioni, dei piani grazie ai quali è possibile ottenere di più) la certezza che quei soldi non vanno persi, spinge ancora oggi tante persone a usare questo strumento.

Nonostante tutta questa sicurezza, possono essere pignorati? Ovviamente ci sono delle regole da rispettare e sono scritte nel Codice di Procedura Civile. Vediamo cosa succede se il titolare, dunque l’investitore, dovesse trovarsi economicamente in cattive acque. I creditori, possono rifarsi sui Buoni?

Buoni fruttiferi postali pignorabili? Cosa dice la legge

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Innanzitutto vediamo cosa sono i Buoni fruttiferi postali. Sono titoli di credito emessi dalla Cassa Depositi e Prestiti, una società per l’83% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e per il 17% dalle fondazioni bancarie. La collocazione spetta esclusivamente a Poste Italiane. Sono titoli cartacei ma possono essere venduti anche nella loro forma dematerializzata.

Recandosi in un ufficio postale si possono valutare attentamente i vari tipi di Buoni e non sono soggetti a commissioni o spese: questa particolarità caratterizza sia l’emissione che il rimborso. Non possono essere ceduti a terzi ma rientrano nella successione. Più tempo passa e ovviamente maggiore saranno poi gli interessi con i rimborsi.

Ora veniamo all’esempio concreto. Il titolare del Buono ha sottoscritto un mutuo e non può più pagare le rate, cosa succede? La banca potrà intimare direttamente al debitore di procedere con il pagamento ma se ciò non dovesse succedere l’istituto di credito avrà la facoltà di disporre un pignoramento di un suo bene mobile, immobile o di un credito che lo stesso abbia presso terzi.

In pratica avrà inizio il procedimento giudiziale con l’espropriazione forzata che arriva alla sua conclusione con la vendita dei beni vincolati. L’operazione inizia con l’ufficiale giudiziario emette un’ingiunzione nei confronti del debitore. È possibile assoggettare al pignoramento tutti i titoli di credito, anche i buoni fruttiferi postali.

L’articolo 543 e ss. del Codice di Procedura Civile prevede che l’intimazione dall’astenersi dal disporre del credito debba essere rivolta sua al debitore che a Poste Italiane. Questa non potrà rendere disponibile al debitore qualsiasi somma se autorizzata dal giudice. In pratica se il titolare dovessi presentarsi allo sportello per chiedere il rimborso del capitale investito e degli interessi maturati, Poste si rifiuterà.

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