Si tratta di un provvedimento che, al momento, ha fatto discutere e di cui ci sono assolutamente opinioni contrastanti.
Di certo, in tutti gli istituti scolastici del mondo, ci sono sempre elementi più diligenti e altri meno. Questo è poco ma sicuro, e in genere, però, è difficile che gli studenti discoli, per così dire, la passino liscia.
Sì, perché le punizioni degli insegnanti possono essere diverse e variegate. Magari, rispetto a qualche tempo fa, le cose possono essere leggermente cambiate, ma chi non ricorda di aver preso almeno una volta nella vita una nota sul registro, un brutto voto o qualche altro meritato castigo?
Diciamo che, se non vi è mai successo, potete sicuramente darvi una bella pacca sulla spalla e pensare di essere tra i migliori, o almeno degli anni scolastici.
Naturalmente, poi, ognuno di noi ha avuto, nel corso della propria breve o lunga carriera scolastica, il docente severo e quello più clemente.
Comunque sia, ha fatto chiacchierare la decisione presa di recente da una scuola situata in Svizzera, per la precisione nel Comune di Aarau, nel Canton Argovia. L’argomentazione della preside, quindi, sarebbe quella che gli alunni devono già da subito imparare che cosa significa prendersi le proprie responsabilità.
La pena pecuniera dell’istituto svizzero
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Ecco perché, all’insegna della più rigida inflessibilità, si è pensato di punire i negligenti che non fanno i compiti, non mandandoli semplicemente dietro la lavagna, bensì con addirittura una pena pecuniaria.
insomma, i ragazzi che disubbediscono e non si mettono di impegno per eseguire gli esercizi indicati dai maestri, ebbene sì, sono passibili di una multa di 10 franchi che, sarebbero, per l’appunto, dieci euro.
Questi soldi raccolti, quindi, in seguito, verrebbero utilizzati per delle attività. Che dire, è una questione che divide un po’. Infatti, stando a quanto è stato riportato, c’è chi ha accolto anche di buon grado questa scelta, sottolineando che è giusto pagare se non si rispettano le regole.
Altri invece, come persino un rappresentante di una scuola romana, considera che non sia un provvedimento educativo.
Al giorno d’oggi, e questo lo aggiungiamo noi, poi, tra l’altro, con la crisi che impera un po’ dappertutto, non sarebbe nemmeno il momento giusto per i genitori che già fanno fatica a pagare gli studi per i propri figli.