Per abbattere i consumi, la sostituzione dei vecchi radiatori può essere la migliore soluzioni; approfittando degli incentivi. Ecco quali
Di fronte ad una crisi energetica epocale, un deciso cambio di rotta sulle abitudini di consumo non sarà risolutivo, ma costituisce una prima difesa da parte dei cittadini alle esorbitanti tariffe delle bollette che stanno colpendo famiglie e imprese. Si tratta di un’occasione per sfrondare le “cattive” azioni con le quali si azionano automaticamente gli elettrodomestici e per prestare le dovute attenzioni ai margini di risparmio, energetico ed economico.
Mai come ora, i cittadini hanno iniziato a valutare alternative per evitare di restare al freddo, in prossimità dell’inverno, casomai la situazione peggiorasse. Sono state rispolverate le vecchie stufe a legna (per modo di dire; l’accensione è in regola soltanto con la certificazione “4 stelle”) e si acquistano stufe in pellet; si installano pannelli solari sui tetti degli edifici, oppure sui banconi delle case.
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Certo, l’osservazione più importante è rivolta all’interno delle case. Il Governo ha preparato un piano di razionamento delle scorte di gas che sarà necessario attivare a partire dalla prossima stagione fredda: si seguirà un calendario per l’accensione dei riscaldamenti a gas metano presso gli edifici pubblici e i condomini che prevede la diminuzione di un grado della temperatura (portata a 19 gradi) e la riduzione dei giorni e delle ore di attivazione, variabili per Regioni e Province.
Dunque, il vero protagonista è il termosifone. E non soltanto dello spreco: esso, infatti, è al centro di vari bonus e incentivi che consentono di detrarre la spesa per l’acquisto e il montaggio di modelli più efficienti e sostenibili. La detrazione avviene direttamente sul modello 730 della dichiarazione dei redditi. I bonus per ottenere le agevolazioni sono due: l’Ecobonus e il bonus Ristrutturazioni.
Il primo dà diritto alla detrazione fiscale del 50 per cento in caso di sostituzione anche parziale degli impianti di climatizzazione e dei termosifoni, purché venga sostituito anche il generatore di calore (ossia la caldaia). Il secondo viene riconosciuto verso una spesa massima di 96mila euro con una detrazione, anch’essa del 50 per cento. Entrambi possono essere richiesti sia da proprietari che da affittuari.
Gli interventi devono includere: la sostituzione del generatore di calore con un impianto a condensazione di classe A; l’isolamento termico dell’edificio; la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale con impianti centralizzati con efficienza minima alla classe A, pompa di calore, ibridi o geotermici. Attualmente, le agevolazioni riguardano le sostituzione dei termosifoni eseguite nel biennio 2020-2021.