Il nuovo Governo, ancora in fase di formazione, si prepara ad approcciare temi determinanti, come ad esempio l’aumento di stipendi e pensioni.
Con le elezioni politiche del 25 settembre la coalizione di centrodestra ha ottenuto una grande maggioranza e si appresta ora a formare il nuovo Governo. Nel corso delle ultime settimane, infatti, tra consultazioni inframezzate dall’elezione del presidente della Camera e del Senato, si sta mettendo a punto la nuova formazione parlamentare.
A capitanare la coalizione è Giorgia Meloni, leader del partito Fratelli d’Italia che si appresta a diventare il primo presidente del Consiglio donna in Italia. L’assegnazione delle poltrone non è ancora stata decisa definitivamente, ma ciò non vuol dire che non ci siano già alcune proposte di governo di cui parlare. Un esempio riguarda la questione dell’aumento degli stipendi e delle pensioni, molto caro a milioni di Italiani.
Dopo la crisi energetica: i piani di adeguamento pensionistico e stipendiali quali sono?
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Bisognerà attendere la nuova Legge di bilancio, ma una cosa è già chiara: la priorità del Governo sarà affrontare la questione del caro-bollette e della crisi energetica. Come è stato fatto finora grazie ai bonus previsti dal Decreto aiuti bis e ter del governo Draghi, infatti, anche Giorgia Meloni ha intenzione di affrontare la questione.
In un post pubblicato sul profilo Facebook ha dichiarato che l’azione di FdI sarà “volta a contrastare i fenomeni speculativi e gli ingiustificati aumenti del costo dell’energia e appoggeremo ogni iniziativa condivisa di concreto aiuto a famiglie e imprese“. Questa la priorità, ma non è detto che non si lasci spazio anche a un piano di adeguamento pensionistico e stipendiale, punto focale del programma elettorale del partito.
Si vuole introdurre un sistema di tassazione che tenga conto del numero di componenti in una famiglia, detto quoziente famigliare, che potrebbe richiedere enorme impegno. Si tratterebbe infatti di riformare l’intero sistema Irpef, mentre portare avanti il programma del taglio del cuneo fiscale potrebbe essere più semplice. L’intenzione è quella di ridurre la tassazione almeno del 5% per tutti i redditi non superiori ai 35mila euro annui.
Per quanto riguarda le pensioni Salvini e Meloni hanno punti di vista differenti: il primo spinge per Quota 41. Mentre la seconda vuole abolizione dell’adeguamento automatico dell’età pensionabile alla speranza di vita.