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Truffa Covid: devono restituire i soldi

Pubblicato da
Martina Di Paolantonio

Due imprenditori svizzeri sono stati condannati a due anni di condizionale e a rimborsare mezzo milione di franchi per aver usato i fondi in maniera illecita.

(Pexels)

L’accusa: uso illecito di fondi destinati alla gestione dell’emergenza Covid. Questo è quanto è accaduto in Svizzera a opera di due imprenditori di 68 e 66 anni. I due hanno infatti usato un finanziamento statale di mezzo milione di franchi in maniera illecita, destinando il denaro allo sviluppo della loro azienda e non alle spese correnti durante l’emergenza Covid e il lockdown.

Per tale ragione i due imputati sono stati condannati a due anni di condizionale e al rimborso completo della somma usata indebitamente. Il 68enne dovrà restituire un terzo della cifra, mentre il 66enne i due terzi restanti. Entrambi condannati rispettivamente a 8 e 16 mesi di reclusione, hanno poi visto la sentenza tramutarsi in sospensione con condizionale. Non verranno espulsi dalla Svizzera, ma dovranno restituire allo Stato quanto ottenuto nei mesi scorsi.

La difesa ha provato a negare i capi d’accusa, ma la sentenza li conferma

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Ad approntare l’atto di accusa è stata Chiara Borelli, procuratrice pubblica, mentre a confermare la condanna per i due imputati apparsi in aula penale ci ha pensato Amos Pagnamenta, presidente della Corte delle Assise criminali di Lugano. In tribunale gli avvocati degli imputati Luigi Mattei e Roy Bay avevano invocato la violazione del principio accusatorio, ma la sentenza ha deciso diversamente.

In fase di richiesta del credito, infatti, i due hanno omesso informazioni determinanti sull’uso a cui avrebbero desinato il finanziamento statale. Stando all’analisi dei documenti, inoltre, i due (su proposta e pressione del più giovane sul più vecchio) hanno usato i fondi per saldare una fattura in sospeso già da prima della richiesta.

Ed è proprio questo elemento che ha confermato la truffa Covid ai danni dello Stato svizzero. Rivolgendosi a un istituto di credito, infatti, i due avrebbero ottenuto un finanziamento a condizioni molto peggiori rispetto a quelle previste dal finanziamento per l’emergenza Covid. Per questa ragione le argomentazioni degli avvocati difensori non sono valse a vincere la causa dei due imputati. Accusati inoltre del reato di falsità in documenti.

Martina Di Paolantonio

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Martina Di Paolantonio