Per affrontare la crisi energetica durante il prossimo inverno le proposte sono numerose, tra queste anche mantenere l’ora legale.
Il 2022 è ed è stato un anno all’insegna del caro-bollette. Già a gennaio avevamo visto aumenti vertiginosi sulle utenze, poi, lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina non ha fatto che peggiorare la situazione. Per questo motivo ci dobbiamo preparare ad affrontare una crisi energetica e per la stessa ragione dobbiamo cercare soluzioni che ci aiutino a risparmiare. Sia individualmente che su scala nazionale.
Tra le proposte avanzate dagli esperti di settore, vi è ad esempio quella di conservare per sempre l’ora legale. O quanto meno quella di mantenerla fino al 30 novembre. Così facendo si guadagnerebbe un’ora di luce naturale in più, e la conseguente possibilità di accendere le luci un’ora più tardi. A condurre uno studio approfondito sulla questione è stato il Centro Studi di Conflavoro Pmi, che ha fornito numeri vertiginosi sulla questione ora legale.
LE NOTIZIE IMPORTANTI DA NON PERDERE OGGI:
Stando alle loro stime, infatti, sarebbero 147 le ore di luce naturale che andremmo a guadagnare. E 2,7 i miliardi di euro che si risparmierebbero nell’uso di energia elettrica. La questione riguardante l’alternanza tra ora solare e ora legale, d’altronde, è piuttosto attiva da anni. Tanto che nel 2018 il Parlamento Europeo ha abolito l’obbligo di passaggio all’ora solare, rendendo di fatto ogni Nazione libera di scegliere come gestire la questione.
Le stime di risparmio non si fermano al entro Pmi, anche la Sima, Società Italiana di Medicina Ambientale, ha attenzionato la questione in termini di risparmio di risorse ambientali. Secondo i loro dati, già dal primo biennio di passaggio all’ora legale definitiva si andrebbero a consumare 200mila tonnellate in meno di CO2.
La prospettiva di abbandonare per sempre l’ora solare, insomma, ha numerosi sostenitori, tanto che è stata addirittura organizzata una raccolta firme sulla questione. A farlo è stata la rivista Lancet, che ha chiesto di mantenerla almeno fino al 30 novembre, affiancando alla propria proposta le argomentazioni della comunità scientifica.
Accedendo al sito change.org si può aggiungere il proprio nominativo a quello delle quasi 60mila persone che si sono già dichiarate d’accordo con la proposta.