Dal 1 gennaio 2023 termina la finestra per accedere alla cosiddetta Quota 100, ma per i pensionati INPS le brutte sorprese non sono finite. Ecco cosa sta per succedere
Sono tempi duri, durissimi, per i cittadini ed i consumatori italiani. Tempi nei quali, tra recrudescenza della pandemia da coronavirus covid-19, perdita del potere di acquisto dei redditi e crisi economica, davvero non si intravede una buona notizia all’orizzonte. A tutto questo si aggiungono altri due fattori che rendono ancora più gravosa la situazione generale.
Il primo è il ritorno su larga scala dell’inflazione, il pericoloso meccanismo macroeconomico, che riduce il valore reale dei soldi. Ad oggi si attesta poco sotto il 9% ma entro il 2022 potrebbe volare oltre il 10%. Il secondo è l’aumento del costo della benzina e della bollette, beni primari per l’utilizzo dei quali i redditi davvero non bastano più.
Pensionati INPS: arriva la batosta
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Questo stato di cose, inevitabilmente, va ad impattare sulle imprese e sulle famiglie ed inevitabilmente sulle famiglie più fragili. Tra di esse “spiccano”, quelle composte da pensionati, famiglie che davvero sono avvolte dalle spire della crisi. Ma le brutte notizie per i pensionati dell’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale, l’INPS non sono finite qui. Ce ne sono altre due all’orizzonte non particolarmente piacevoli.
La prima riguarda chi pensionato INPS lo deve diventare. Parliamo nello specifico dei contribuenti che contano di andare in pensione con Quota 100. Quota 100 è una deroga alla Legge Fornero che permette di andare in pensione ottenendo, appunto, 100 dalla somma di età e anni di contributi. Il 1 gennaio 2023 la deroga termina e a meno che non ci siano ulteriori interventi per i cittadini che sfiorano la quota si profila una beffa. Aspettare altri 24 mesi prima di andare in quiescenza.
La seconda riguarda i pensionati che nell’anno fiscale 2018 non hanno comunicato in maniera ufficiale il proprio livello reddituale, peraltro un assurdo considerando che sono dati già in possesso tanto dell’INPS quanto dell’Agenzia per le Entrate. Questi titolari di pensione stanno per ricevere una lettera in cui si minaccia la sospensione della pensione se entro 60 giorni non si adempie all’obbligo fiscale.
In un periodo come questo non sembra davvero opportuno che la burocrazia abbia cosi palesemente la meglio sul buon senso