Il primo nodo che il Presidente del Consiglio in pectore, Giorgia Meloni, dovrà affrontare è quello delle bollette fuori controllo. Ecco le ipotesi in campo
Lo scorso 25 settembre i cittadini italiani hanno scelto a quale progetto politico affidare la gestione del Paese fino al 2027. In maniera netta ha prevalso la coalizione guidata da Giorgia Meloni che con il 43,79% dei voti validi ha prevalso sulla coalizione guidata da Enrico Letta, su quella di Giuseppe Conte e su quella che aveva indicato come Premier Carlo Calenda.
Il 13 ottobre le nuove Camere, dal 2022 con 600 membri tra Deputati e Senatori, in luogo dei vecchi 945, daranno il via alla nuova Legislatura. Il percorso prevede l’elezione dei due presidenti dei rami del Parlamento, le consultazioni al Quirinale per dare l’incarico al Presidente del Consiglio, la formazione del Governo, la nomina dei Ministri ed il voto di fiducia. Da quel momento in poi il nuovo esecutivo sarà pienamente operativo.
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Non sono pochi, ovviamente, le gravi questioni da risolvere che Giorgia Meloni troverà sul tavoli. Dalla gestione della recrudescenza della pandemia da coronavirus covid-19, alla crisi economica che negli ultimi trenta mesi ha bruciato quasi 100 miliari di euro di Prodotto Interno Lordo.
Per non tacere della riduzione del Potere di Acquisto degli stipendi falcidiati da una inflazione prossima al 9%, del volo delle materie prime. Ma tutto questo è una parte delle questioni, la questione più drammatica e più urgente riguarda il costo della benzina e della bollette fino abbondantemente fuori controllo.
I motivi sono purtroppo noti e sono a metà tra i drammatici effetti collaterali della guerra tra Russia ed Ucraina e la speculazione finanziaria che ha portato a triplicare rispetto al dato del 2021 il prezzo del gas a metro cubo presso il mercato di riferimento di Amsterdam.
Giorgia Meloni ha già promesso di affrontare il tema come prima ed irrinunciabile questione e, secondo le indiscrezioni raccolte presso ambienti qualificati dalla nostra Redazione, possiamo dire che saranno due gli assi di intervento. Da un lato confermare ed ampliare i bonus sociali e lo sconto del prezzo della benzina alla pompa.
Da un altro lato agire sulla tassazione delle bollette, quel 20% in più che paghiamo rispetto al consumo effettivo. Da segnalare che si ragiona anche sul blocco dei distacchi per morosità ma i dettagli operativi sono ovviamente tutti da definire