Bonifico marito-moglie: cosa dice la legge, quali sono le regole da considerare per evitare brutte sorprese
Che i coniugi trasferiscano del denaro sui rispettivi conti è un fatto assolutamente normale. Si devono però seguire determinate regole per evitare che in futuro possano sorgere degli equivoci o rispondere a un accertamento fiscale.
Ricordiamo che la legge prevede che il matrimonio è assistenza non solo morale ma anche materiale ma è opportuno stare comunque attenti perché in certe circostanze si rischia di commettere atti illegali, pur senza volerlo.
In quali casi può succedere qualcosa del genere? Se il conto corrente di uno dei due viene usato per “appoggiare” guadagni in nero dell’altro.
In simili circostanze, ad esempio il bonifico che proviene dal conto della moglie che “mantiene” i guadagni illeciti del marito, rivolto al conto di quest’ultimo sarebbe illegittimo anche se fosse giustificato dalla causale “donazione”.
La Cassazione nella sentenza 11/12/2019 n. 32427, ha affermato che è giustificabile l’accertamento fiscale quando ci sono operazioni sospette e ingiustificate.
Bonifico marito-moglie, le regole
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Il trasferimento di denaro tra coniugi deve rispettare delle regole semplici. Fino a 1999,99 euro si possono consegnare anche in contanti come prevede la legge. Dal 1 gennaio 2023, però, il tetto dei contanti cala a 999,99 euro. Per cifre superiore è necessario un bonifico ed è importantissima la voce della causale. In questo caso si può scrivere ad esempio “donazione”.
Se parliamo invece di cifre molto più alte, decide di migliaia di euro, allora è indispensabile l’atto del notaio con i testimoni. Ma da quale cifra in poi? La legge non dice da quando scatta l’obbligo.
Se i soldi vengono versati per donazione indiretta non c’è bisogno di andare dal notaio. Indiretta è quando la somma viene trasferta per uno scopo preciso. In questo caso la dicitura della causale può essere ad esempio “donazione per acquisto auto”.
Un limite di legge c’è di sicuro ed è 1 milione di euro. Non vale solo tra moglie e marito ma anche tra genitore e figlio. Se si dovesse superare questa cifra, oltre a riportarla nella Dichiarazione dei Redditi si dovrà versare un’imposta pari al 4% calcolata solo sul valore della donazione che supera il milione. Per fare un esempio, si versano 1,5milioni? Si paga il 4% di 500mila euro.