Bancomat, oltre quale importi il Fisco accende i riflettori e pone sotto la lente d’ingrandimento alcune operazioni
Sono destinati ad aumentare i controlli sui prelievi, che avvengano allo sportello Atm o presso la banca con l’addetto. Prendere contanti dal proprio conto è una delle operazioni più comune. Anche se negli ultimi anni i pagamenti con la carta hanno avuto una maggiore diffusione (ma siamo ancora indietro rispetto ad altri paesi europei), in Italia c’è ancora la cultura dei contanti. Non a caso siamo tra i paesi con maggiore evasione fiscale al mondo.
La colpa ovviamente non è solo dei contanti, ma questi certamente contribuiscono in maniera decisiva. Tra le misure per ridurre l’evasione, dallo scorso 30 giugno commercianti e professionisti non si possono sottrarre alla volontà del cliente di pagare con il Pos. Esiste poi la fattura elettronica che dal 2024 sarà obbligatoria anche per i titolari di Partita Iva in regime forfettario.
Insomma, strumenti per vigilare sull’andirivieni dei soldi non mancano. I contanti si possono sempre usare ovviamente, altrimenti sarebbe proibito prelevarli dai propri conti (con i limiti che impongono i regolamenti bancari che ogni cliente accetta con il contratto) ma anche su questo si vuole vigilare sempre di più.
Bancomat, la due attività maggiormente controllate
LE NOTIZIE IMPORTANTI DA NON PERDERE OGGI:
- Rubano il tuo account WhatsApp senza che tu te ne accorga
- Rimborsi INPS: consumatori messi in guardia
- Limite pagamento Bancomat: chi può prelevare di più
In alcuni aspetti dei prelievi e soprattutto nella frequenza delle operazioni potrebbe celarsi l’evasione fiscale o il riciclaggio. L’Agenzia delle Entrate sottopone a controllo due attività in particolare: quando si effettuano troppi prelievi in poco tempo oppure, al contrario, troppo pochi rispetto allo stile di vita.
Nel primo caso, c’è il rischio che quella mole di contanti potrebbe andare nel mercato delle compravendite in nero. Nel secondo, gli aspetti da vigilare sono diversi. Se un cliente della banca ha un’entrata fissa – lo stipendio o pensione – e dal conto escono pochi soldi (cioè effettua pochi pagamenti), ma ha comunque un fitto da pagare, le bollette, ecc… significa che tutte queste spese, o buona parte, vengono coperte con soldi in contanti senza lasciare traccia.
Questo tipo di operazioni danno il via a una serie di controlli e di accertamenti che possono portare all’apertura di un contenzioso proprio con il Fisco che può monitorare tutti gli spostamenti di liquidità degli italiani.
Ma cosa può destare dei sospetti? Se si prelevano più di 10mia euro nell’arco di 30 giorni, anche se con operazioni diverse, l’addetto allo sportello ha il compito di chiedere al cliente cosa deve fare con tutta quella liquidità. Deve anche segnalare il fatto alla direzione della banca. Quest’ultima valuterà se allertare o meno la Uif, l’Unità di Informazione Finanziaria che farà partire un controllo accurato.