Rimane sempre particolarmente intenso il dibattito presente, tanto in Italia quanto in Europa, circa l’abolizione dei pagamenti in contanti. Ecco a che punto siamo
Più o meno al termine di ogni tornata elettorale, sia essa politica, amministrativa o europea, torna prepotentemente di moda il dibattito su un tema caldissimo e mai completamente sviscerato. Se poi alla tornata elettorale corrisponde, come in questo autunno 2022, anche il cambio della guida del Governo il dibattito si fa ancora più intenso.
Parliamo dell’annosa, annosissima questione, della abolizione o quanto meno della riduzione dei pagamenti in denaro contante. Parliamo di una questione sulla quale c’è divergenza assoluta di opinioni tra i consumatori, molti ancora abituati a pagare con carta moneta, e lo Stato che vorrebbe spingere al massimo i pagamenti elettronici.
Verso l’abolizione dei pagamenti in contanti
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Le due posizione appaiono decisamente poco conciliabili. I consumatori, i cittadini, soprattutto quelli più anziani hanno l’abitudine e la facilità di controllare le proprie spese utilizzando il denaro contante. Un meccanismo consolidato e che affonda le proprie radici nella cultura contadina del secolo scorso.
Lo Stato, di contro, ha la necessità, impellente di ridurre l’evasione fiscale, un’evasione fiscale che a fine 2020 era stimata in 990 miliardi di euro e che ad agosto 2022 era salita a 1.100 miliardi. Ben 19 milioni di cittadini italiani hanno almeno una cartella esattoriale da pagare.
I tecnici dell’Agenzia delle Entrate e del Ministero dell’Economia e Finanza stimato che la progressiva abolizione dei pagamenti in contanti è una misura decisiva per combattere il fenomeno.
Vanno in questa direzione tutta una serie di misura definite di “accompagnamento” come il cashback, la lotteria degli scontrini e soprattutto la riduzione, dal 1 gennaio 2023, a 1000 euro il limite per i pagamenti in contanti. Ci sono poi le cosiddette misure “coercitive”, vedi l’introduzione dell’obbligo dei pagamenti via bancomat negli esercizi commerciali.
Ma la sensazione prevalente è che una vera e propria abolizione complessiva dei pagamenti in contanti non è nell’ordine delle cose almeno per i prossimi tre anni. La questione finirà sul tavolo del prossimo governo ma, come sostengono tutte le principali associazioni dei consumatori, l’unico modo per abolire il contante è renderlo non conveniente