Aumenti in busta paga per una categoria che negli ultimi anni ha fatto molto parlare di sé. Ci saranno arretrati dal 2019
Il Consiglio dei Ministri ha approvato l’ipotesi di contratto 2019-21. Il governo ha messo nero su bianco un avanzamento importante in termini di tutele e retribuzioni per una settore che negli ultimi anni è stato decisivo per tutto il paese, quello sanitario.
La novità riguarda circa 600mila lavoratori ma per gli aumenti degli infermieri bisogna ora attendere l’ultimo step, quello della Corte dei Conti. Entro quindici giorni il documento dovrà essere licenziato.
È sicuro dell’approvazione Antonio Naddeo, presidente dell’Aran, Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni). Sostiene che ora sarà possibile una “classificazione del personale, oltre a un nuovo sistema degli incarichi e delle indennità”, aggiunge che sarà regolamentato anche il lavoro agile.
Soddisfatto anche il ministro della Sanità Roberto Speranza: “Il contratto prevede per circa 270 infermieri aumenti tra i 146 e 170 euro al mese. Una valorizzazione del Sistema Sanitario Nazionale.
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In merito arrivano anche le dichiarazioni del ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta. Si chiude un cerchio, dice, ed è quello di un lavoro lungo un anno e mezzo, iniziato da quando è nato il governo Draghi. L’obiettivo è stato “valorizzazione e il rilanciare del capitale umano e il rinnovo di tutti i contratti di lavoro nella Pubblica amministrazione”.
Brunetta ha sottolineato anche se si tratta di un importante riconoscimento per quanto fatto durante la crisi più acuta del Covid. Con il nuovo contratto si valorizza l’operato dei lavoratori sanitari, afferma, e si introducono anche innovazioni che il settore aspettava da tempo.
Gli infermieri del sindacato Nursind si dicono fiduciosi per il passaggio della Corte dei Conti e che si possa chiudere entro ottobre. In questo modo già a novembre potranno ricevere gli arretrati. Sarebbe un risultato importante, continuano dal sindacato poiché si metterebbe in atto “un contratto già scaduto e di un’indennità che era stata stanziata due anni addietro”. Il segretario Andrea Bottega, infine, mette in evidenza che la categoria lo merita tutto ciò al di là della pandemia ma perché è sempre stata in prima linea.