Bonus spesa e benzina per i dipendenti: chi potrà beneficiare di un aiuto concreto contro il caro vista che non lascia scampo
Più soldi in busta paga per far fronte al caro energetico. L’aiuto questa volta non arriva dallo Stato e non c’è da verificare la sussistenza dei requisiti. Chi sostiene i lavoratori è direttamente l’azienda presso la quale lavorano.
Un gesto importante che salda ancora di più il rapporto tra i datori di lavoro – che in questo caso difficilmente possono essere visti come “padroni” – e i dipendenti.
Stiamo parlando del Calzificio di Paina, in Brianza, che ha deciso di erogare un grande aiuto ai propri lavoratori. Un modo concreto per essere vicini a loro in un momento molto complicato con l’inflazione che non dà tregua.
L’azienda eroga due bonus speciali, uno per la spesa e un altro per poter fare rifornimento di carburante. Un atto di vicinanza contro il carovita che i titolari della ditta hanno voluto per i circa venti dipendenti.
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Il personale ovviamente è rimasto colpito positivamente. La decisione è comunque arrivata dopo che per anni le parti sono riuscite a instaurare un rapporti di reciproca fiducia. Quando si dice che un ambiente lavorativo può diventare come una grande famiglia. Sono tre fratelli a caso dell’azienda e i dipendenti hanno voluto ringraziare pubblicamente
“Il gesto dei nostri titolari ci ha molto colpito. Hanno voluto aiutarci in modo concreto con dei buoni spesa per Esselunga e prima ancora con un altro extra per far fronte all’aumento della benzina”, sono le parole degli operari riportati da PrimaMonza.it.
Ma per quanto tempo ancora dovremo confrontarci con l’inflazione? Dalla Bce non arrivano buone notizie. Sono stati pubblicati i verbali delle ultime riunioni di settembre e si è detto che è sbagliato pensare che i prezzi calino da soli. L’obiettivo dell’inflazione al 2% è lontano e si teme che il periodo di aumento dei prezzi possa essere troppo lungo.
Si parla anche si recessione (ossia che l’economia anziché crescere, retrocede) nel caso in cui ci sarà il taglio totale delle forniture di gas da parte della Russia.
Se i prezzi non caleranno da soli, cosa bisogna fare? Alzare i tassi d’interesse, dopo quello da 50 punti base di luglio e quello da 75 punti base di un mese fa. E si prospetta la battaglia in vista del 27 ottobre, data della prossima riunione. Da un lato i Paesi che si possono definire più aggressivi e rigidi, i soliti, come Germania, Olanda, Austria e i Baltici. Dall’altro chi sostiene che c’è bisogno di una maggiore gradualità nella normalizzazione, Italia e Grecia.