Lo stipendio di alcuni docenti potrebbe aumentare, ma bisogna rispondere a requisiti specifici, come ad esempio lavorare in aree disagiate.
Tra le tante questioni quotidianamente prese in considerazione in ambito economico vi è sicuramente quella riguardante l’aumento degli stipendi. Sono numerose le categorie che potrebbero beneficiare di tale aumento e alcune manovre economiche governative sono pensate proprio per raggiungere tale obiettivo. Una delle ultime riguarda ad esempio lo sgravio contributivo del 2%, che corrisponderà a un aumento di stipendio per i lavoratori senza che ciò vada a pesare sulle tasche dei datori di lavoro.
Al pari di manovre di questo genere ve ne sono poi alcune che partono direttamente dallo stanziamento di fondi statali, destinati a determinate categorie. Un esempio è quella dei docenti, in particolare di alcune tipologie di docente che devono rispondere a determinati parametri per poter beneficiare di un aumento di stipendio.
A quali docenti sono destinati i fondi per la valorizzazione della didattica?
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Nell’abito del PNRR e di reclutamento e formazione dei docenti, infatti, è previsto un incentivo sullo stipendio destinato a docenti che rispondono ai seguenti requisiti:
- continuità didattica nello stesso istituito;
- sede di lavoro.
Con sede di lavoro si fa riferimento in particolare a tutti coloro che insegnano in istituti che sorgono in luoghi ove la situazione socio – economica è disagiata. Ad esempio aree a rischio di spopolamento o dispersione.
Il problema, però, sta nella quantità di fondi stanziati: stando ai sindacati, infatti, resteranno escluse da questa manovra più di 400mila persone. Il totale messo a disposizione per attuare la manovra è di 28,5 milioni di euro, metà destinati alla continuità metà alle sedi di lavoro disagiate, ma facendo i conti diventa subito evidente che si tratterà di cifre irrisorie.
“1500 euro lordi per 19 mila docenti distribuiti in 5700 istituti scolastici che insegnano in sedi disagiate e coloro che hanno i requisiti per la continuità didattica“, queste le parole di Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief. Se lo scopo è dunque quello di favorire la continuità nell’insegnamento, le misure da attuare dovrebbero essere molto più determinanti.
L’indennità di trasferta, inoltre, calcolata su una media di 46,48 euro, dovrebbe essere corrisposta a tutto il personale scolastico, compreso quello ATA.