Centinaia di migliaia di bonus vengono erogati a tutti i cittadini aventi diritto grazie al Decreto aiuti bis e ter, tra questi anche i titolari di Partita Iva.
Data l’enorme crisi economica che stiamo affrontando, sono centinaia di migliaia i cittadini italiani messa a dura prova. Il caro – bollette, il caro – carburanti, il caro – spesa sono solo alcuni dei problemi da affrontare, soprattutto in vista di un inverno all’insegna della crisi energetica. Ad affossare l’economia ancora di più vi è sicuramente lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina, che ha messo l’Italia di fronte alla necessità di rendersi autonoma da un punto di vista energetico.
Nell’ambito dei decreti aiuti ai cittadini previsti dal governo Draghi, dunque, ve ne sono alcuni destinati anche ai lavoratori autonomi in possesso di Partita Iva. Elargiti sotto forma di bonus una tantum, gli aiuti governativi servono a dare la possibilità a tutti i cittadini con reddito lordo annuo entro i 35mila euro di affrontare la forte inflazione impelagante in questo periodo.
Alle Casse e all’INPS spetta la distribuzione dei bonus 200 e 150 euro per i lavoratori autonomi
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Esempi di bonus destinati ai lavoratori autonomi, oltre che a quelli dipendenti o alla categoria dei pensionati, sono il bonus da 200 euro e quello da 150 euro previsto per il prossimo novembre. Quotidianamente giungono notizie e aggiornamenti sulle modalità secondo le quali tali bonus verranno erogati. In particolare, Il Sole 24 Ore ha da poco reso noto che l’intenzione del Governo è di stanziare entrambi i bonus suddetti in un’unica soluzione di pagamento.
Il primo è destinato ai lavoratori con reddito entro i 35mila euro, il secondo a coloro che si trovano entro la soglia di 20mila. Tra le 140mila domande ricevute, dunque, sembra che alcuni potranno ricevere il pagamento già a partire dal 12 ottobre.
I fondi e sono distribuiti secondo tali cifre: 600 milioni di euro previsti per il versamento dei bonus 200 euro. 412,5 milioni per quello del bonus da 150. L’erogazione dei fondi spetta invece alle Casse e all’INPS, senza specifiche sulla quantità di fondi messi a disposizione delle prime e del secondo.