POS, cosa succede se non hai linea Internet: sentenza storica

POS, se non c’è linea internet il commerciante può fare poco ma per alcuni è fondamentale averla: la decisione dei giudici

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Dal 30 giugno scorso commercianti e professionisti sono obbligati ad accettare i pagamenti con il Pos se il cliente lo gradisce. Cosa succede però se non c’è linea internet o il dispositivo è rotto? In questi casi la multa non è prevista ma ovviamente bisogna dimostrare che il mancato pagamento digitale non è dipeso dalla volontà dell’esercente.

È indicativo in tal senso il caso della gioielleria nel cuore del centro storico di Lucca. L’attività aveva subito l’interruzione del servizio web e in primo grado aveva avuto torno. Nel secondo, invece, i giudici hanno ribaltato la decisione dando ragione alla società che è riuscita a dimostrare in giudizio di aver subito un danno da parte della compagnia telefonica.

Questa ora dovrà pagare 10mila euro di risarcimento più circa 9mila euro di spese di lite e di giudizio. Una interruzione del servizio Pos, non legittima.

La gioielleria aveva avanzato la richiesta di 45mila euro di danni. Otto anni fa la gioielleria aveva disdetto uno dei due contratti con la compagnia, la Telecom, di una delle due linee telefoniche societarie, collegate ai relativi Pos. Però sarebbero arrivare sempre bollette.

Come riporta luccaindiretta.it, secondo la sentenza in una fattura della linea rimasta attiva veniva, addebitata anche una somma per un servizio personal business riguardante la linea telefonica disdettata. Servizio che la società mai aveva chiesto.

La gioielleria decide quindi di pagare solo in parte e non il servizio non richiesto. A questo punto la linea viene disattivata, quella che precedentemente non era stata disdetta, per dodici giorni, poi per altri cinque.

Le parti però hanno raggiunto un accordo al Corecom ma la gioielleria si riservava di agire comunque per il risarcimento dei danni subiti poiché non aveva avuto modo di utilizzare il Pos.

C’è il Pos ma non la linea: grande danno per la gioielleria

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Tante transazioni non sono state portate a termine. Per un gioielleria, dove solitamente si pagano cifre alte, il danno è stato enorme e l’attività l’ha quantificato in ben 45mila euro.

Riporta sempre il sito che la Corte d’Appello di Firenze ha dato ragione alla gioielleria che ha “dato dimostrazione, producendo gli estratti conto bancari relativi agli accrediti derivanti da pagamenti elettronici, che il Pos veniva utilizzato sulla linea Telecom rimasta in essere” con buchi per l’interruzione di servizio tra marzo e maggio 2014, periodo al quale risalgono i fatti.

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