Bonifico padre-figlio, cosa deve fare un genitore se vuole versare dei soldi: anche in questo caso ci sono delle regole per evitare guai
Lo Stato incentiva i pagamenti digitali per cercare di ridurre l’evasione fiscale. I contanti, come dice la parola stessa, si possono “contare”, ma dispetto di quanto fa il possessore, non può il Fisco. Detto in altre parole, sono soldi che si possono nascondere all’autorità.
Negli ultimi anni si sono diffusi molto di più i pagamenti digitali, anche se rispetto a diversi paesi stranieri da questo punto di vista siamo ancora indietro.Tutti abbiamo in tasca una carta di credito, di debito o prepagata.
Riceviamo lo stipendio, la pensione o il ricavato della vendita di un oggetto online. Ricordiamo che tutto ciò che entra ed esce dal conto viene “visto” dal Fisco. Tutta quella ricchezza, viene calcolata ad esempio quando facciamo l’Isee.
Ma ci sono soldi che non sono ricavati di un lavoro né si tratta dell’erogazione di un servizio dell’Inps. Può succedere ad esempio che un padre vuole aiutare il figlio che studia lontano e gli versa dei soldi.
Bonifico padre-figlio: le regole
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Quali sono le regole? Ci sono sempre dei limiti, ovvero le norme fiscali che soprattutto in caso di donazioni di denaro sono dure, ma se si tratta di cifre alte. È il caso delle tasse del 4% se l’importo supera 1 milione di euro.
Vediamo come procedere per essere completamente in regola nei confronti del fisco. Donazioni in contanti, il limite è di 2.000 euro. Ricordiamo che fino a questa cifra è possibile pagare senza usare la carta. Dal 1 gennaio 2023 il tetto scende a 1.000 euro.
Per quanto riguarda le donazioni tramite bonifico bancario: se parliamo di cifre cospicue, di deve necessariamente passare attraverso un notaio. I soldi devono essere giustificati, anche in presenza di due testimoni.
Un’altra questione importante è la causale. Se sono cifre alte, chi li riceve in sede di Dichiarazione dei Redditi deve essere in grado di spiegare perché ha ricevuto questi soldi. Se ad esempio vengono versati dei soldi in modo che il figli possa comprare una macchina, bisogna scrivere proprio ciò: “Contributo per (nome e cognome) finalizzato all’acquisto di un’auto).
Così quando la comprerà, se la cifra è un po’ più elevata rispetto alla sua reale condizione reddituale, può giustificare che ha preso parte dei soldi da questo versamento.
Ricordiamo infine che non esiste una formula precisa per le causale. È infatti una voce libera che inserisce (obbligatoriamente) chi effettua il versamento ma più si è chiari, meglio è.