Truffa dei buoni spesa su WhatsApp: così scatta l’inganno

Buoni spesa su WhatsApp, attenzione al messaggio che riceviamo perché può essere molto pericoloso: come evitare il problema

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In momenti di crisi i malintenzionati cercano di raggirare le persone ancora di più. Tutti stiamo vivendo le difficoltà del periodo economico. Non eravamo ancora usciti pienamente dalla pandemia che il caro energie alla fine del 2021 stava cominciando a farsi sentire.

A febbraio scorso la Russia ha attaccato l’Ucraina, acutizzando la crisi con l’inflazione è sta toccando cifre inedite. Si viaggia a circa l’8% e con l’arrivo dell’autunno la situazione potrebbe peggiorare. Il gas costerà di più, soprattutto a seguito degli ultimi episodi come l’incidente (anche se è da accertare che si è trattata di ciò) allo Stream 2, che porta il gas dalla Russia all’Europa.

Tutto costa di più, i prezzi dei generi alimentari stanno raggiungendo cifre mai viste prime. Far leva sulle insicurezze delle persone che non sanno come arrivare a fine mese, pagare le bollette o comprare il pane, è un metodo che purtroppo può funzionare a favore dei truffatori.

La Polizia di Stato ha segnalato una nuova truffa in circolazione su WhatsApp. Si pubblicizzano dei buoni spesa dal valore di 200 euro da spendere in alcuni supermercati. Si utilizzano anche loghi famosi, grandi distributori molto noti.

Ovviamente non è vero nulla, è tutto falso, è solo un tentativo di truffa. Nel messaggio è scritto che per ottenere i buoni bisogna cliccare sul link allegato. Non non deve mai fare una cosa del genere. È molto pericoloso cliccare perché in poco tempo possono rubare i nostri dati sensibili e svuotare i conti che abbiamo in banca o in Posta.

Truffa dei buoni spesa su WhatsApp: come difendersi

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È quel tipo di truffa cosiddetto phishing: il fine è l’ottenimento dei dati sensibili per poter accedere alle carte e svuotare i conti. Per farlo, però, hanno bisogno della stessa vittima che inconsapevolmente deve fornire i dati.

Oltre ai casi dei buoni pasti, per accedere ai conti in banca, ad esempio, si punta alla paura. Arriva un sms, un’email o un messaggio a nome dell’istituto via WhatsApp che avvisa che è stata riscontrata un’attività anomala sul conto. Qualcuno sta provando ad accedere, c’è scritto, e la banca (che in realtà è il truffatore) ha bisogno dei dati personali per eliminare il pericolo.

Dunque, non vanno mai seguite le indicazioni contenute nel messaggio. I dati personali non bisogna darli a nessuno soprattutto il Pin della carta. Questo in particolare, neanche all’addetto allo sportello. Quando riceviamo un messaggio del genere dobbiamo ignorarlo e possiamo anche avvisare l’ente presso il quale abbiamo il conto e la polizia postale.

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