Perché il bonus bollette 600 euro non arriva alle Partite IVA

Si parla molto del nuovo bonus bollette 600 euro: di cosa si tratta e perché questo non arriva alle Partite IVA.

600 euro partite iva
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Una delle agevolazioni messe a disposizione dal decreto Aiuti-bis, provvedimento licenziato dal governo dimissionario di Mario Draghi, riguarda un sostegno economico ai lavoratori. Questo è stato ridefinito semplicisticamente come bonus bollette 600 euro, ma si tratta in realtà di un fringe benefit, peraltro già esistente e messo a disposizione delle aziende. Con il decreto, semplicemente vengono messi a disposizione delle aziende non 258,23 euro, ovvero il corrispettivo delle vecchie 500mila lire, ma una cifra ben più alta. Ovvero 600 euro appunto.

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Ma cos’è il fringe benefit? Si tratta di benefici aziendali che vengono erogati dalle imprese ai loro dipendenti: questi assumono la forma di incentivi, nello specifico di beni e servizi. In sostanza, ogni azienda ha sempre erogato questi benefici ai propri dipendenti e l’ammontare di questi per pagare le bollette di acqua, luce e gas, fino a oggi, raggiungeva un massimale di 258,23 euro. Di fronte al caro bollette, ora è il governo Draghi a intervenire e a portare quella cifra fino a 600 euro. Altri fringe benefit molto conosciuti sono auto aziendale, polizze assicurative e buoni pasto.

Già da tempo era stato evidenziato come, grazie alla crescita dell’ammontare di questi benefici, di fatto i lavoratori dipendenti avrebbero avuto delle buste paga più ricche. Questi bonus per pagare le bollette solitamente vengono infatti inserite a titolo di rimborso in busta paga, restando escluse dalla formazione del reddito di lavoro dipendente ai fini Irpef. Bisogna anche sapere che le aziende possono direttamente rimborsare l’ente erogatore del servizio, sia esso idrico o energetico, ma questa procedura, essendo più complessa, è meno applicata.

Di recente, i lavoratori dipendenti hanno ottenuto anche un ulteriore fringe benefit: si tratta dei rimborsi benzina da 200 euro, dei quali si è a lungo parlato. Tali benefici allargano il divario tra i lavoratori dipendenti e il popolo degli autonomi e delle Partite IVA. Per forza di cose, infatti, essendo quelli dei quali abbiamo parlato dei benefit messi a disposizione dell’azienda, spettano solo ai lavoratori dipendenti del settore privato. Dunque, oltre a partite IVA e lavoratori autonomi, anche i dipendenti pubblici non ne hanno diritto.

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