Il Conto cointestato è una delle modalità di apertura di rapporto con un istituto di credito più diffuso. Ecco come funziona
Uno dei dati più interessanti emersi in questi trenta mesi di crisi economica è quello dello sviluppo di un particolare tipo di rapporto fiduciario. Per la cronaca il rapporto fiduciario, secondo quanto si legge nel codice civile italiano, è un rapporto tra due parti, sia esso di natura commerciale o di natura personale, basato sulla reciproca fiducia tra le parti.
Per meglio inquadrare la questione ricordiamo che parliamo di una crisi non ciclica dove, solo in Italia, è andato perduto il 3% del Prodotto Interno Lordo, il PIL, in soldoni 70 miliardi di euro, una crisi dove il volo dell’inflazione ha ridotto il valore del nostro denaro di quasi il 9%.
Dicevamo pertanto che nel gorgo di questa crisi economica i rapporti fiduciari hanno avuto un importate sviluppo, in particolare quelli tra soci di azienda o i rapporti tra familiari, soprattutto tra coniugi.
Il particolare tipo di rapporto che si è sviluppato in maniera importante è quello dei conti cointestati. I dati dei principali istituti di credito segnalano una crescita di oltre il 9% nel biennio. Vediamo di capirne di più
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Secondo gli analisti l’esplosione dei conti cointestati ha due ragioni essenziali, in primo luogo la necessità di contrarre i costi, in secondo luogo l’esigenza di condividere il massimo della fiducia in questa fase delicata.
I conti cointestati sono di due tipi, a firma congiunta e a firma disgiunta. I primi implicano che tutti i soggetti cointestatari operano con lo stesso livello di possibilità. I secondi sono riferiti al fatto che per compiere operazioni è necessaria la presenza di entrambe gli attori.
Tutto questo ci dice in sostanza che non esiste un vero padrone del conto perché nella prima tipologia parliamo della possibilità per tutti gli intestatari di agire allo stesso livello di responsabilità mentre nel secondo caso ognuno dei due può inserire il diritto di veto.
Da segnalare, infine, che nell’ordinamento italiano non c’è limite al numero di conti che possono essere aperti che il limite di prelievo mensile è di 10.000 euro mentre il prelievo allo sportello Bancomat, modifica di gennaio 2022, è di 999,99