Diritto alla pensione, attenzione all’ultima circolare dell’Inps con la quale si spiega cosa bisogna fare per non perdere tutto
Alcuni cittadini che ricevono il sussidio dall’Inps perché versano in uno stato particolare con ridotta capacità lavorativa, rischiano di non poterne più beneficiare. L’Inps ha infatti reso noto la circolare n. 3350 con la quale ha spiegato come mettersi in regola con la propria posizione per evitare interruzioni nel pagamento. Ora sono in corso le verifiche dell’anno 2018.
Facciamo prima un passo indietro e vediamo chi ha diritto a ricevere l’assegno di invalidità. È riconosciuto a chi ha una incapacità lavorativa tra il 74 ed il 99% ed abbiano un reddito che rientra nei limiti stabiliti per legge. Se invece la percentuale dovesse raggiungere il 100%, si avrebbe diritto alla pensione di inabilità ed eventualmente ad una indennità di accompagnamento.
Ovviamente per poter presentare la domanda per accedere ad agevolazioni del genere, è necessario che sia allegato anche verbale della Commissione medico legale che abbia svolto l’accertamento sanitario, dichiarando il soggetto invalido.
Soffermiamoci ora su un aspetto accennato: il reddito. Oltre allo stato di salute, infatti, l’Inps valuta anche la situazione reddituale del soggetto poiché esistono dei limiti da rispettare.
Invalidità civile: chi rischia il diritto alla pensione
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Nel messaggio n. 3350/2022 l’Istituto di Previdenza spiega proprio ciò. Ricorda che ci sono dei limiti di reddito e che il soggetto li deve anche comunicare. Infatti chi rischia la sospensione o revoca dell’assegno di invalidità civile sono proprio le persone che hanno beneficiato della pensione e dal 2018 non hanno fatto alcuna dichiarazione dei redditi.
Esistono però dei soggetti che non sono obbligati alla presentazione della dichiarazione dei redditi. Il beneficiario dell’indennità che rientra in questa categoria, avrebbe dovuto inoltrare all’Inps il modello RED. Questa va a sostituire il modello 730 o Unico quando questi non devono essere inviati.
In particolare il modello RED deve essere inviata soltanto da chi ha visto cambiare la propria situazione reddituale rispetto all’anno precedente. Ha quest’obbligo anche chi non ha inserito nel 730 tutti i redditi che potrebbero influire sull’erogazione dell’assegno.
Per fare un esempio, l’Inps deve essere a conoscenza dei redditi del lavoro dall’estero, le collaborazioni o il lavoro autonomo. Deve sapere anche degli interessi bancari e postali, i rendimenti di BOT, CCT e altri titoli o investimenti posseduti. Stesso discorso per chi è titolare di reddito da abitazione principale oltre alla pensione.
Per inviare il modello bisogna accedere nell’area riservata dell’Inps tramite lo Spid o con l’aiuto di un Caf. Chi non è in regola riceverà una raccomandata A/R alla quale dovranno rispondere entro 60 giorni per non perdere i benefici già accordati.