Il colosso della messaggistica istantanea, WhatsApp, si lancia in una nuova incredibile avventura, la produzione di film. Ecco di cosa si tratta
“WhatsApp è un diffusore di Fake News”, “WhatsApp ci spia”, “WhatsApp alimenta la violenza verbale”, “WhatsApp veicola truffe e crimini”. Quante volte abbiamo sentito o letto frasi e affermazioni di questo tipo?
E’ infatti convinzione comune che l’applicazione di messaggistica istantanea più usata al mondo, oltre un miliardo di account al momento, sia anche uno strumento pericoloso. Eppure nonostante questo lo abbiamo tutti, ma davvero tutti, sui nostri cellulari. Ma è davvero così?
Per smontare questa convinzione i responsabili del marketing dell’azienda di Marck Zuckerberg, Meta Platforms hanno partorito una mossa geniale. La holding tecnologica che contiene al suo interno Facebook, Messenger Instagram, Oculus, Workplace, Portal devices, Novi digital wallet e appunto WhatsApp ha deciso di lanciarsi nel campo del cinema.
E’ nato così un’opera, prodotta da WhatsApp che ha come “protagonista” lo stesso WhatsApp. Ecco di che cosa si tratta.
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Il film come detto, ha come protagonista WhatsApp che nel racconto del regista e l’attore principale è lo strumento chiave della sua esistenza. Detto così sembra banale ma non lo è affatto.
Il film, della durata di 12 minuti e disponibile su Prime Video, si chiama Naija Odyssey ed è la storia, concentrata di un giovane Ulisse che sullo sfondo di paesaggi incredibili e musiche maestose racconta il viaggio di un uomo alla ricerca di fortuna.
Vi sembra banale anche così? Allora sveliamo tutto, senza spoiler ovviamente, il film racconta la storia di Giannis Antetokounmpo e di sua madre Veronica. Si proprio lui il grande campione NBA dei Milwaukee Buck l’uomo che, nel 2021, ha riportato l’Anello in Wisconsin. E lo ha fatto dopo 50 anni esatti di astinenza riuscendo nell’impresa realizzata solo da un certo Ferdinand Lewis Alcindor Jr. meglio noto come Kareem Abdul-Jabbar.
Giannis e Mamma Veronica raccontano il viaggio di Naija interpretato dal campione, del suo essere un campione ma con grande ferite emotive nella testa e nel cuore. Un uomo diviso a metà tra essere greco ma nato in Algeria, di essere un ragazzo più grande degli altri fisicamente, un freaks, uno “strambo”, un “diverso” e di come WhatsApp lo abbia tenuto “Left Alive” letteralmente in vita grazie al contatto diretto ed immedito con la famiglia i primi tempi dell’avventura nel basket professionistico.
Uno strumento positivo per aiutare le persone che si vogliono bene a stare vicino e a condividere ansie, paura e felicità. Un interessante cambio di paradigma. Da vedere