Una buona notizia per le neo mamme che lavorano ed operano in Italia, l’INPS ha chiarito, in via definitiva, quali di loro hanno diritto all’esonero dei contributi. Tutti i dettagli
L’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale, l’INPS, con la Circolare numero 102 del 19 settembre 2022 ha chiarito, una volta per tutte, una questione sulla quale c’era grandissima attenzione.
La questione nello specifico riguarda l’esonero dei contributi per alcune categorie di lavoratori e lavoratrici. Una questione decisiva in questa fase di congiuntura economica negativa.
Una congiuntura economica, nella quale, tra perdita del Prodotto Interno Lordo, il PIL l’aumento del costo delle materie prime, le bollette di gas e luce fuori controllo ed il ritorno dell’inflazione galoppante, reperire ogni sorta di risorsa economica disponibile risulta decisivo.
Nello specifico l’esonero dei contributi è la possibilità di avere più soldi in busta paga grazie alla possibilità, per le aziende, di pagare una quota minore di tasse per destinarla direttamente ai lavoratori. Quota che viene coperta direttamente dallo Stato. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.
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La Circolare numero 102, diffusa dall’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale, l’INPS, il 19 settembre 2022 delimita con precisione i contorni dell’esonero contributivo per le mamme lavoratrici del settore privato.
L’esonero contributivo, inserito in via sperimentale nella Legge 234 del 2021, la legge di Bilancio per l’anno economico 2022 varata dal Governo guidato da Mario Draghi, è riferibile alle mamme lavoratrici che tornano operative dopo la gravidanza. La decontribuzione, nello specifico è del 50% del totale, può essere richiesta direttamente all’INPS tramite apposita domanda ma ha due termini predittivi.
Il primo è che va richiesto entro, e non oltre il 31 dicembre 2022, il secondo è che la lavoratrice deve essere titolare di rapporto di lavoro subordinato, sia esso di apprendistato, a tempo indeterminato, a tempo determinato o in part-time.
Rientrano nella casistica anche i contratti di lavoro domestico, i contratti a durata intermittente e quelli di somministrazione lavorativa.
Lo sgravio dei contributi INPS è operativo per un massimo di 12 mesi e si calcola dal giorno di rientro al lavoro dopo la maternità. L’esonero, come detto, è appannaggio di tutte le neo-mamme operanti nel settore privato, quindi associazioni, aziende, enti morali e studi e nel settore agricolo