Bonus 200 euro, per le Partite Iva non c’è pace e ancora non esiste una data ufficiale da quando poter fare domanda
Ancora attesa per le Partite Iva. Tanti lavoratori hanno ricevuto il bonus 200 euro tra luglio e agosto: è il caso di dipendenti pubblici e privati ma anche pensionati. Altri otterranno l’aiuto contro il caro vita a ottobre ma ci sono anche categorie che dovranno presentare le domande a differenza di chi ha già preso i soldi.
Gli ultimi, come succede il più delle volte in questi casi, sono gli autonomi e liberi professionisti titolari di Partita Iva. Doveva essere martedì 20 settembre la giornata per la presentazione in modalità telematica della domanda. C’è stato però un rinvio e ora la data che sembra maggiormente accreditata è il 26 settembre.
Come ha scritto l’Ansa, questa ipotesi è emersa nell’assemblea dei direttori generali delle Casse di previdenza che si è tenuta lunedì 19 settembre.
Bonus 200 euro, i requisiti
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Ricordiamo che il bonus in aiuto ai lavoratori per contrastare l’inflazione è destinato a chi nel 2021 non ha guadagnato più di 35mila euro all’anno. Tra i requisiti, al 18 maggio 2022 deve essere stata aperta la partita Iva e deve esserci stato almeno un versamento contributivo dal 2020.
A differenza dei lavoratori dipendenti e dei pensionati, i 200 euro non sono corrisposti in automatico, ma solo con una richiesta alla Cassa di iscrizione o all’Inps. Ogni Cassa pubblicherà sul proprio sito il modulo utile alla richiesta che nella pratica sarà un’autocertificazione dei requisiti. Sarà responsabilità di ogni iscritto dichiarare di avere i requisiti richiesti, pena la mancata erogazione.
Il governo ha integrato i fondi con il Decreto Aiuti bis ed è pari a 95,6 milioni per i professionisti iscritti agli Enti privati e la platea di beneficiari dovrebbe essere di circa 477mila unità. Con questa comunicazione si vuole assicurare che non c’è il rischio che “i soggetti in possesso dei requisiti non accedano al bonus”.
Anche 150 euro
C’è poi un’indennità aggiuntiva di 150 euro per gli occupati indipendenti con redditi inferiori ai 20.000 euro lo scorso anno. Qui le Casse sono pronte a rivedere la procedura informatica allestita per la richiesta dove si tiene conto del doppio limite reddituale dei potenziali aventi diritto.