Bonifico a un amico: solo facendo questo puoi evitare i controlli

Bonifico a un amico: cosa bisogna fare per evitare di avere dei problemi quando arriva l’occhio vigile del Fisco

Bonifico a un amico
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Quando dai dei soldi a un amico o da lui li ricevi e lo fai usando strumenti digitali tracciabili, è importante ricordarsi che si possono avere problemi non solo con il Fisco, ma con quell’amico stesso.

Il caso può sorgere se non si tratta di una transazione professionale. Il nostro amico ad esempio è un professionista he ha prestato un suo servizio e dunque dobbiamo ripagarlo. Se la transazione avviene per altri motivi, attenzione a come ci muoviamo.

Vediamo dunque come si può fare un bonifico a favore di un amico senza avere successivamente dei problemi. Innanzitutto dobbiamo chiederci perché diamo dei soldi a un’altra persona. Ma più che chiederlo a noi stessi che conosciamo il motivo, dobbiamo farlo mettendoci nei panni dell’Agenzi delle Entrate. Come possiamo giustificare una transazione del genere?

Bonifico a un amico: cosa dobbiamo sapere

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Chiariamo innanzitutto che non esiste nessuna legge che regola come dare i soldi a una amico, un conoscente o un parente. Però alcune regole non scritte è meglio seguirle poiché sono sorti problemi in passato con terzi o con il Fisco stesso.

Nel bonifico c’è sempre una motivazione che si esprime nella causale, appunto la “causa” per cui avviene il passaggio di denaro. Può trattarsi del pagamento di una fattura, dello stipendio o della cifra pattuita in cambio della vendita di un oggetto. Qualsiasi sia il motivo, si può anche realizzare un documento scritto e nella causale far riferimento ad esso, ad esempio: “restituzione prestito come accordo in data…”

Facendo un esempio di un problema che potrebbe sorgere, è quando il bonifico viene effettuato come soldi dati in prestito. Chi beneficia dei soldi potrebbe sempre sollevare la contestazione se ritiene che l’importo dovesse essere versato a titolo di corrispettivo per una vendita. Per questo motivo – per avere un’ulteriore garanzia – si può realizzare anche un documento scritto.

Tale atto non fiscale e reddituale può servire soprattutto per mostrare all’Agenzia delle Entrate, in caso di controllo, che non si tratta di un reddito nascosto per non pagare le tasse.

L’importanza della causale

Per tale motivo, più dettagliata è la causale e meglio è. In pratica bisogna chiarire bene di cosa si tratta, che non è un’entrata che deve essere soggetta a tassazione come nel caso di regali o vendite di vecchi oggetti che fanno guadagnare poco.

Se il motivo della transazione è un regalo per un amico in difficoltà economica o un parente che convola a nozze, (regalo matrimonio, donazione per beneficenza, ecc…). Se si tratta di un prestito con la somma che poi deve essere restituita (ovviamente senza interessi perché sarebbe illegale) allora è meglio ricorrere a un documento. Con atto notarile avrà certamente molto più valore, ma anche un costo maggiore.

In questo caso un’attestazione su carta semplice, redatto con precisione con firme delle persone coinvolte (e i loro connotati) e data, in caso di mancata restituzione può essere una prova legale.

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