Nel panico migliaia di utenti dei servizi online di tutto il Nord Italia, ma attenzione si tratta di una truffa, congegnata con lo squallido sfondo della pedofilia e dello sfruttamento della prostituzione. Tutti i dettagli
Un caso di phishing sta gettando nel panico migliaia di utenti dei servizi online del Nord Italia. In realtà si tratta di una terribile truffa, congegnata sullo sfondo della pedofilia e dello sfruttamento della prostituzione. Ecco come funziona e come potete difendervi.
Partiamo dal meccanismo, il phishing. Si tratta di un meccanismo di truffa online basato sull’invio di una mail da un indirizzo fittizio, ma verosimile, con allegati realistici ed un link che una volta cliccato rinvia a siti in grado di installare malware o virus e di catturare dati sensibili.
Il phishing al pari dello smishing, invio di sms con la stessa logica e vishing, telefonate che con manipolazioni sociali invitano a fornire dati personali, sono le nuova frontiera delle truffe online.
Truffe online che, secondo i dati forniti dalla Polizia Postale sui reati commessi nel secondo quadrimestre del 2022 sono in netta ascesa, quasi il 12% in più rispetto ai primi quattro mesi dell’anno.
Ma non solo, si stima che siano oltre 85000 nel corso dell’anno i tentativi effettuati. Un dato decisamente preoccupante.
Pedofilia, usano il phishing per una terribile truffa online
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L’ultimo della serie, come detto un caso di phishing, ha letteralmente inondato migliaia di caselle di posta elettronica dell’Emilia-Romagna. La mail, inviata da un ben camuffato indirizzo, dava l’idea di arrivare dalla Polizia Postale.
Terribile il contenuto. Un documento, contenente un malware, nel quale si informa il ricevente di essere stato iscritto nel registro degli indagati per reati ascrivibili alla pedofilia, allo sfruttamento della prostituzione, alla violenza privata, alla ricettazione ed in generale alla cyberpornografia.
Un’accusa terribile che getta i malcapitati nel panico soprattutto perché l’allegato si presenta come Garanzia di procedura legale, forma che in realtà non esiste, firmato dal Prefetto Vittorio Rizzi, noto per le sue battaglie sul tema e Catherine De Bolle, Direttore Generale dell’Europol e direttore della BPM, la Brigata Protezione Minori, che ovviamente non esiste.
Molti utenti, presi dal panico, hanno aperto documento e link dando di fatto il via a truffe personali, furto di dati e cosi via. Altri, per fortuna, non hanno mangiato la foglia ed hanno segnalato il tutto alla Polizia di Forlì.
Il nostro consiglio è sempre lo stesso, dotatevi di PEC, non aprite link sconosciuti segnalate alla Polizia Postale ogni comunicazione sospetta. Le comunicazioni ufficiali arrivano in ben altro modo