Caro bollette e pandemia: il collasso è vicino per tanti imprenditori

Caro bollette e pandemia stanno seriamente mettendo a rischio l’esistenza di molte attività in aggiunta alla tasse richieste

Foto dal web

L’Agenzia delle Entrate ha notificato più di sette milioni di cartelle nel 2022. Il volto “cattivo” dello Stato che oltre a dare aiuti, bonus e sconti, deve – giustamente – anche ricevere proprio per poter garantire l’assistenza e che la macchina amministrativa funzioni bene.

Aveva già fatto discutere il calendario fiscale che prevedeva scadenze importanti anche ad agosto, il 16, in pieno periodo di ferie.

In questi giorni diventa pienamente operativa la convenzione stipulata tra l’Agenzia delle Entrate e il Ministero dell’Economia e delle Finanze per la notifica di oltre 5 milioni di cartelle esattoriali da inviare entro il 31 dicembre 2022. Altre 15 milioni poi per il periodo 2020-2021.

In totale 20 milioni di cartelle in arrivo mentre le imprese stanno affrontando una crisi senza precedenti causa caro bollette e i prezzi energetici alle stelle.

Tutto ciò dopo aver affrontato un periodo difficilissimo con il Covid. Il rischio che molte imprese siano costrette a chiudere i battenti è concreto. Non è esclusa un’insolvenza in lungo e in largo con pesante effetto a catena sull’economia.

Caro bollette, pandemia e tasse: la lunga crisi

LE NOTIZIE IMPORTANTI DA NON PERDERE OGGI:

Tra spese e tasse per moltissime realtà sta diventando veramente difficile e non mancano i casi di attività che registrano anche ottime entrate ma per via delle bollette con importi astronomici, mettono seriamente in dubbio se continuare o meno la propria attività.

Il rischio insolvenza è dettato anche per l’incapienza delle risorse economiche stanziate nell’ambito del Superbonus 110%. Queste imprese, infatti, hanno sostenuto costi triplicati negli ultimi due anni. Ogni giorni i pagamenti dei S.A.L. all’Agenzia delle Entrate vengono sospese o rigettate.

Dunque problemi su problemi come la mancata monetizzazione delle cessioni dei crediti. Alcuni imprenditori edili sono anche sul piede di guerra, pronti a rivolgersi ai propri legali.

Insomma, le imprese edili devono muoversi tra i ritardi nella gestione del 110% e la puntualità delle tasse e dove è possibile accendono altre linee di credito.

Chi ovviamente deve intervenire per rimediare nell’immediato e per il futuro è la politica, impegnata ora nella campagna elettorale per le imminenti elezioni. Occorrono interventi giusti e veloci, misure antievasione che possano garantire i giusti diritti a chi pagare con regolarità, mettendo però imprese e famiglie nelle condizioni di poterlo fare.

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