L’Agenzia governativa non ha dubbi, il furto di dati su TikTok è più facile che su altri social network. Il motivo e le potenziali soluzioni
La crisi economica che sta attraversando da quasi trenta mesi il Pianeta ha al suo interno una serie di risvolti assolutamente imprevisti ed imprevedibili. Uno dei meno noti riguarda la cosiddetta guerra tecnologica, quella per cui i principali social network vengono schierati “l’un contro l’altro armati”, per accedere a dati sensibili.
Sembra fantascienza, sembra la versione moderna di film cult anni Ottanta ma è oggettivo che lo studio dei Big Data, dei Metadati e degli Small Data rappresentano un valore aggiunto importantissimo nello studio delle strategie politiche, sociali, economiche ed inevitabilmente militari.
Il concetto nella sua complessità è quasi banale. Ogni volta che utilizziamo i social network mettiamo a disposizione tanta parte del nostro essere, non che questi dati non siano disponibili al di fuori di essi, basta avere uno smartphone per mettere a disposizione migliaia di piccoli e grandi dati.
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Il tema come sempre è la gestione di questi dati, la sicurezza di questi dati e soprattutto l’utilizzo dei dati stessi. Per questo motivo un importante agenzia governativa ha deciso di entrare a gamba tesa nel flusso gestionale dei principali social, TikTok in testa. Ecco come
Il tema è stato sollevato dal Ministro degli Interni con delega alla Cybersicurezza dell’Australia, Clare O’Neil la quale dopo l’ultimo report dei servizi deputati alla difesa interna ha aperto una indagine federale sul livello di sicurezza dei dati raccolti presso i proprio cittadini.
Ma non solo. Ha chiesto formalmente di verificare se questi dati vengono consegnati la governo cinese tramite il “cavallo di troia” dei server di ByteDance la società che nel 2016 ha sviluppato il popolare, soprattutto tra i giovani della Generazione Z.
La Commissione di inchiesta, fanno sapere fonti governative, non si occuperà solo dello storage dei dati di TikTok ma anche di quelli di WeChat. “Milioni di australiani – si legge in una nota ufficiale del Governo locale – usano le App il cui uso dei dati è discutibile” e sempre secondo il Governo australiano rappresenta “Una falla nella sicurezza del Paese”. Come risponderanno i titolari di TikTok e WeChat? L’attesa sale.