L’evasione fiscale rappresenta una zavorra decisiva per ogni tentativo di ripresa dell’economia italiana dalla crisi.
Tra poche settimane, domenica 25 settembre, gli italiani saranno chiamati alle urne per decidere chi dovrà governare il Paese fino al 2027. Chiunque sarà chiamato dagli aventi diritto a decidere le sorti dell’Italia dovrà comunque confrontarsi con un tema spinosissimo.
Parliamo dell’evasione fiscale un meccanismo che in Italia vive un unico a livello mondiale. I dati dell’Istituto Nazionale di Statistica, l’ISTAT, segnalano una cifra complessiva poco sotto i 100 miliardi, 99,5 per la precisione.
Peraltro un dato in discesa rispetto ai valori degli anni precedenti. Ma come immaginabile siamo ancora lontanissimi tanto dalle stime indicate periodicamente nelle leggi di bilancio quanto nei dettami dei vincoli del Piano Nazionale di Riprese e Resilienze, il famigerato PNRR.
L’Unione Europea, infatti, per erogare i fondi necessari alla ripartenza chiede all’Italia di scendere entro il 2024 ad un rapporto del 15,4% tra tasse dovute e tasse incassate, passando per un intermedio 18,5% nel 2023.
LE NOTIZIE IMPORTANTI DA NON PERDERE OGGI:
Dati al momento impensabili. Per questo motivo l’Agenzia per le Entrate ha commissionato a Sogei, acronimo di Società Generale d’Informatica, l’azienda italiana interamente controllata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze che ha come scopo l’informatizzazione completa dei servizi pubblici, un lavoro importante. Forse decisivo.
Il lavoro prevede la creazione di un sistema, dall’acronimo evocativo, VeRA che sta per Verifica dei Rapporti Finanziari, che tramite l’Intelligenza Artificiale sviluppa un algoritmo capace di individuare tutte le sacche di evasione presenti nel Paese.
Il tema come sempre rimane quello di incassare le cifre individuate basti pensare che l’ultima rottamazione delle cartelle ha prodotto un incasso di 18 miliardi sui 53 previsti. Ed una nuova rottamazione non dovrebbe avere esiti diversi.
Per questo il passo successivo, sempre insito nel progetto VeRa, prevede l’accelerazione dei processi di riscossione, in particolare nel caso dei pignoramenti. Riuscirà l’algoritmo dove finora non è riuscito l’uomo? E’ difficile dirlo.
Resta però intonsa l’esigenza primaria, portare fuori l’Italia dal record mondiali di crediti non riscossi, si stima che siano circa 22 anni ed al tempo stesso rispondere ai dettami del PNRR. Non riuscirci questa volta potrebbe essere davvero esiziale tanto per l’economia in generale quanto per il funzionamento del Paese.