Qual è la tassa peggiore della storia umana: vittime le donne povere, costrette a fare qualcosa di umiliante, fino al gesto eroico di una.
La storia ci insegna che nel suo corso i governanti hanno imposto al popolo le tasse più incredibili. Ce ne sono di ogni tipo e le vicende che vengono raccontate sono al limite del leggendario. Individuare in questo corollario di vicende quale sia stata in assoluto la tassa peggiore della storia dell’umanità è però molto semplice. Occorre andare in India, nello specifico nel regno di Tranvancore, che è l’attuale regione di Kerala. Qui c’era una tassa che era imposta alle donne delle caste basse e che è stata abolita soltanto nel 1924.
Una tassa contro le donne povere: la peggiore e la più umiliante
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Sembra una vicenda totalmente fuori dal tempo quella che vi stiamo per raccontare, è la storia di una tassa che non era molto alta, ma che umiliava proprio le donne più povere, che quella tassa non se la potevano permettere. Una storia che ha avuto anche una sua eroina, la quale fece un gesto di ribellione rimasto nella leggenda. In sostanza, chiunque appartenesse alla casta Ezhava o Nadar doveva apparire a torso nudo in presenza di bramini, reali o in generale di chiunque fosse di casta superiore. Tradizionalmente, era comune per uomini e donne di varie caste essere a torso nudo.
Ma a partire dalla fine del diciottesimo secolo, tuttavia, l’abbigliamento, in particolare la tomaia o la camicetta femminile, assunse un significato simbolico come indicatore dell’identità sociale. Difatti, la copertura del torace era consentita solo a quelle donne di caste alte. Le donne delle caste più basse non avevano alcun diritto a coprirsi i seni e dovevano pagare al governo una tassa a partire da 12-13 anni, ovvero quando il seno iniziava a svilupparsi. L’imposizione della Mulakkaram, ossia della tassa sul seno, veniva vista come una profonda ingiustizia. A pagare erano le donne che decidevano di coprirsi il seno con degli indumenti.
La storia a questo punto diventa leggenda: questa vuole che ci sia stata una donna che abbia deciso di ribellarsi a questa tassa. Questa donna si chiamava Nangeli e insieme a suo marito Chirukandan vivevano a Cherthala, un piccolo villaggio costiero. Lavoravano come braccianti agricoli e raccoglievano linfa dagli alberi di cocco. Il peso delle tasse li lasciava a malapena con una manciata di riso da mangiare. Qualche ora prima che passasse l’esattore delle tasse, Nangeli si amputò entrambi i seni in segno di protesta, quindi si recò da lui con i seni avvolti in foglie di banano e morì dissanguata. Il marito disperato scelse il suicidio. La morte di Nangeli diede il via a violente proteste e molti l’avrebbero emulata.