L’aumento delle bollette della luce e del gas sta, letteralmente, minando il tessuto economico dell’Italia. Ma qualcuno ha trovato il modo di resistere. Ecco come
I nuovi prezzi delle bollette di luce, acqua e gas stanno mettendo a grave rischio la tenuta della già fragile economia italiana. Un’economia che, dal marzo del 2020 è in preda ad una grave crisi non ciclica. Un’economia che, con lo scoppio della guerra tra Russia ed Ucraina, unita al ritorno dell’inflazione, si è avvitata in una spirale che rischia di condurre l’Italia alla recessione.
I dati in tal senso sono drammatici. Per il 2022, infatti, gli analisti economici indicavano il Belpaese come quello con il potenziale di crescita. Una crescita che avrebbe, di fatto, recuperato le quote di Prodotto Interno Lordo perse con la pandemia. Ma le cose sono andate diversamente ed il nuovo scenario economico porta interi comparti della produzione nazionale a rischiare la chiusura.
Due dei più esposti sono quello del piccolo commercio e dell’artigianato due settori che hanno retto, a fatica, la crisi, che hanno provato a risorgere con i Ristori ed i Bonus ma che, a conti fatti, non sono in grado di sostenere gli aumenti delle bollette e del prezzo delle materie prime.
Aumento Bollette, la trovata geniale
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Gli organi di informazione raccontano, quotidianamente, storie di imprese che chiudono, quasi un bollettino di guerra, ma c’è chi sta tentando ogni strada possibile per evitare di abbassare le saracinesche con trovate e ricette, più o meno ortodosse.
Una delle più interessanti arriva dal settore delle pizzerie dove due distinti locali, uno di Napoli ed uno nel cremonese, hanno avuto un’idea davvero brillante. Entrambe, come molti colleghi del resto, hanno visto triplicato il prezzo della bolletta del mese di luglio 2022.
Un vero e proprio salasso dovuto al fatto che sul mercato di Amsterdam, il mercato di riferimento per il settore, il prezzo di un metro cubo di metano è salito a 339 euro, a gennaio 2020 era a 134.
Morale della favole una bolletta media di 2500-3000 euro al bimestre è salita a 8000-9000 euro. Un costo insostenibile, un costo capace di azzerare il piano industriale. I due imprenditori, Salvatore Grasso titolare della storica pizzeria Gorizia 1916 di Napoli e Alberto Rovati della pizzeria Funky Gallo di Roncadello frazione di Casalmaggiore in Provincia di Cremona, hanno fatto la mossa del cavallo.
L’idea è semplice ma efficace, anziché aumentare il prezzo delle pizze, con il rischio di perdere clientela hanno inserito nello scontrino le voci Contributo per il gas, Contributo per l’Energia e Contributo per l’ affitto, in media 0.50 centesimi e voce puntando sulla comprensione e sulla solidarietà degli avventori. Il progetto per ora sembra funzionare, l’alternativa è chiudere i battenti.