Nel Decreto Aiuti Bis è stata inserita una norma a favore di lavoratori e pensionati, si tratta del cosiddetto taglio del cuneo fiscale: ecco di cosa si tratta e di quanto aumento la busta paga
Lo scorso 9 agosto è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto numero 185 del 2022 meglio noto come Decreto Aiuti Bis. Il Decreto, dal valore complessivo di 15 miliardi di euro, è l’ultimo provvedimento, non ordinario, emanato dal Governo guidato da Mario Draghi prima delle dimissioni, del conseguente scioglimento delle Camere e della Convocazione delle elezioni generali.
Il Decreto Aiuti Bis, adeguamento ed estensione del primo Decreto Aiuti, prevede al suo interno tutta una serie di provvedimenti atti a ristorare cittadini ed imprese. L’obiettivo è quello di generare aiuti pratici per assorbire gli aumenti del costo delle materie prime, gas e petrolio in primis, ed il volo dell’inflazione che, gli analisti più accreditati, stimano vicina alla doppia cifra entro fine anno.
Un dato che di fatto riduce del 10% il potere di acquisto dei cittadini che vivono e lavorano in Italia, di fatto un euro viene a valere 90 centesimi per non tacere appunto degli aumenti.
Busta paga, ecco l’aumento autunnale
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Il Decreto Aiuti bis, pertanto, arriva nella pienezza dei tempi e contiene al suo interno, tra le altre cose, un provvedimento che farà molto piacere a chi è titolare di busta paga, sia esso lavoratore dipendente o pensionato.
Il provvedimento è il cosiddetto taglio del cuneo fiscale, ossia la differenza tra quella che è la cifra dello stipendio lordo e l’effettiva busta paga netta che il lavoratore incassa. Il taglio per il secondo semestre del 2022 è dell’1,2% e verrà applicato a tutti i redditi inferiori ai 35.000 euro.
Il taglio del cuneo fiscale sarà operativo, con recupero degli arretrati, verosimilmente con la busta paga di ottobre e sarà tanto più alto quanto è alto il reddito lordo. Alcuni esempi pratici.
Per un pensionato con reddito di 9000 euro lordi il vantaggio in busta paga sarà di 108 euro, sempre tasse comprese. Per un lavoratore che ha un reddito di 35000 euro l’aumento è di 420 euro, tasse comprese, mentre per una pensione per il coniuge superstite di circa 17000 l’agio sarà di 204 euro.
Non parliamo evidentemente di cifre astronomiche, i tecnici del Ministero dell’Economia e Finanza stimano che il taglio possa essere anche superiore al 3% e coprire i redditi fino a 50.000 ma per ora siamo nel novero delle proposte. Al prossimo titolare della poltrona di Via XX Settembre l’onere di studiare ulteriori tagli.