Debito pubblico italiano, le cose continuano ad andare male: record assoluto. A quanto è arrivato nei mesi passati
L’Italia continua a fare i conti con un problema che si trascina da decenni, il debito pubblico, e che conti! Sperando che ci sia una crescita del Pil superiore al previsto o che l’effetto positivo dell’inflazione sui conti dello Stato possa portare a qualche buona notizia, al momento la situazione resta poco confortante.
Resta negativo il rapporto tra il bilancio statale e il Prodotto interno lordo. Nei mesi in cui è stato capo del governo Mario Draghi ha distinto spesso il debito pubblico “buono” da quello “cattivo” ed in effetti è così.
Tutti gli Stati, da secoli, ricorrono al debito per finanziare le grandi opepere e tutti gli interventi possibili. L’importante è tenerlo sotto controllo. Dagli ultimi dati resi noti da Bankitalia, però, aspetti confortanti non ce ne sono.
Debito pubblico italiano: a quanto è arrivato
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A giugno, il debito è aumentato di altri 11,2 miliardi rispetto al mese precedente, toccando la cifra di 2.766,4 miliardi di euro.
I conti ovviamente si faranno alla fine e il ministro dell’Economia Daniele Franco è convinto che il rapporto tra debito e Pil diminuirà quest’anno passerà dal 150,8%. Dai numeri di Bankitalia non si può non notare un dato interessate: alla crescita del debito c’è stata una delle tasse. Nel primo semestre le prime sono state pari a 218,1 miliardi, in aumento dell’11,9 per cento (23,2 miliardi) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Da gennaio a giugno c’è stata una crescita di circa 39 miliardi (+11,6%) rispetto all’analogo periodo del 2021 delle entrate tributarie. Quando Draghi ha assunto l’incarico, il debito era di 2.643 miliardi e oggi che, quando a breve lascerà ufficialmente l’incarico di capo del governo, lo lascerà a 2.766 (+123), il più alto di sempre.
Ovviamente va tenuto conto che il Paese ha dovuto affrontare crisi uniche e imprevedibili e sono stati necessari interventi particolare per aiutare le famiglie e le imprese. Quindi i soldi pubblici che mancano all’appello sono stati utilizzati per tanto altro, ma certamente la situazione fa riflettere pensando che con l’ex direttore della Bce, con il quale i conti avrebbero dovuto avere un rigore eccezionale, lascerà l’incarico con il debito pubblico più alto di sempre.