Diventano sempre più sofisticati i casi di truffa online, l’ultimo della serie è un combinato tra un bonifico fasullo ed il vishing. Ecco come funziona
La rapida ed impetuosa diffusione dei servizi online, soprattutto dopo il lockdown e la pandemia da coronavirus covid-19, ha portato all’utilizzo degli stessi molte persone non completamente preparate all’uso. Va sottolineato per dovere di cronaca che spesso i servizi sono complessi, poco usabili e non difficilmente penetrabili.
Tutto questo ha messo in moto un numero, sempre maggiore, di malintenzionati i quali, sfruttando un combinato disposto di imperizia, scarsa propensione all’uso dei mezzi informatici e problemi strutturali, hanno messo in opera, nel biennio 2020-2022, migliaia di truffe.
L’ultima “frontiera” della serie malandrina ha visto la luce negli ultimi giorni del mese di luglio 2022 ed è un caso di scuola perché è frutto di una “sapiente” somma di vishing, inconsapevolezza informatica e problemi tecnici. Vediamo i dettagli.
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La truffa, per fortuna della vittima finita con l’arresto del truffatore, si è svolta a Fontanellato centro di 7500 abitanti in Provincia di Parma. Qui ha sede l’azienda della vittima che, gli ultimi giorni di luglio, è stato contattato al telefono da una fantomatico centro antifrode della Banca dove ha il conto.
La telefonata, con la tecnica della manipolazione sociale e del vishing, convince l’imprenditore che è davvero la sua banca a contattarlo. Il truffatore lo avvisa che deve passare in ufficio e resettare il suo sistema di home banking.
L’uomo avvisa la segretaria di azienda che nel pomeriggio avrebbe ricevuto la visita di un uomo di fiducia. L’uomo di fiducia in realtà è un cittadino di origine cubana che, approfittando della credulità, tanto dell’imprenditore quanto della segretaria, agisce indisturbato su un vecchio computer aziendale adibito alle transazioni bancarie.
La mattina successiva alla visita l’imprenditore si reca in ufficio e scopre, suo malgrado, di aver subito un furto di 170.000 euro. Approfittando della disponibilità del computer aziendale il truffatore ha disposto una serie di bonifici automatici, 340 per la precisione, che hanno svuotato il conto dell’azienda per riempire i suoi.
Ma come spesso accade il diavolo fa le pentole ma dimentica di fabbricare i coperchi. Va cosi che il truffatore nella fretta di agire destina i fondi su conti italiani anziché su fondi esteri. Per la Polizia postale diventa cosi un gioco da ragazzi rintracciare i conti e risalire al truffatore che ai primi giorni di agosto viene arrestato e condotto presso il carcere di Parma dove è in attesa di giudizio. Rischia da tre a cinque anni di reclusione.